Scardovi-Stitch, il professore con la passione dei gialli
Ha conseguito una laurea in Economia a Bologna e un Mba alla Clemson University, insegna mercati finanziari alla Bocconi ed è consulente strategico di grandi gruppi italiani e internazionali. Eppure... è un appassionato umanista. "All'università mi ero iscritto a filosofia seguendo le mie passioni", dice Claudio Scardovi, che con lo pseudonimo John Stitch ha da poco pubblicato il suo secondo libro, La sostanza del bianco (Il Sole 24 Ore Editore), "ma poi ho cambiato facoltà per le scarse prospettive di lavoro che offriva". La passione per la scrittura, soprattutto di gialli, è un retaggio giovanile, ma gli inizi 'letterari' di Scardovi sono stati alquanto diversi. "Ho cominciato con articoli, saggi e manuali tecnici", spiega, "come un manuale sul risk management e uno sul futuro delle banche. Ma poi è arrivata la svolta, quando mi sono deciso a mettere in pratica un'idea che avevo da 15 anni, raccontare il mondo della finanza in modo romanzato, un genere di cui in Italia non c'è tradizione".
Lo spunto, il fallimento di Lehman Brothers, per cui Scardovi ha lavorato e quindi si è sentito maggiormente coinvolto. "Ho deciso di scrivere il mio primo libro non tecnico", racconta Scardovi-Stitch, "un thriller finanziario ambientato nel 2008, annus horribilis della finanza mondiale, dal titolo Lupi & Husky, che ha per sfondo un piano globale ordito per far saltare una delle più grandi banche d'affari del mondo". Libro che ha avuto un buon successo di vendite e di critiche, nonostante, come precisa lo stesso Scardovi, "alcune pagine molto tecniche. Ma agli studenti è piaciuto". Ma è davvero così facile, come sembra ascoltando le parole di Scardovi, passare dalla scrittura di manuali di testo o per professionisti a un genere letterario tanto diverso? "Scrivere un romanzo è molto più difficile", prosegue, "in un manuale si procede per semplice ragionamento deduttivo, in un romanzo bisogna pensare al passaggio narrativo, alla storia. Inoltre il fatto che sia un giallo complica tutto, poiché bisogna disseminare la trama di una serie di indizi che aiutino ad arrivare alla conclusione. Una cosa importante, per scrivere, è essere grandi lettori".
E Scardovi lo è, con una passione particolare per Agatha Christie. E poi, altrettanto importante, è conoscere bene il contesto di cui si scrive, e il mondo della finanza per lui non ha segreti: "Il libro appena uscito l'ho scritto nel 2009 e molte delle cose che sono contenute si sono purtroppo avverate. Il punto centrale è una grande congiura internazionale per far crollare l'euro e il relativo sistema monetario, ed è facile riscontrare nella trama, in anticipo, alcuni fatti tristemente accaduti nella crisi ancora in atto. Non sono certo un indovino", sorride amaramente il docente-scrittore, "ma molte cose erano leggibili nei fatti. E anche altri le avevano anticipate".
Se volessimo conoscere lo scenario economico finanziario del futuro dovremo quindi leggere il prossimo libro firmato John Stitch? "Il terzo libro l'ho già scritto", racconta, "si svolgerà nella Milano dell'Expo e anche in Bocconi, a crisi ormai risolta, una Milano diventata terreno di caccia degli investitori orientali, in particolare cinesi, che si rivolgono al nostro mercato a seguito di una bolla immobiliare in Cina. E' uno scenario possibile, ogni cosa che scrivo è fondata su un ragionamento economico. Il titolo? E' ancora provvisorio, ma dovrebbe essere Il formichiere del diavolo".
Un giallo anche questo, ricco di intrighi e colpi di scena. "Si scrive per raccontare e per divertirsi e poi attraverso la forma del giallo è anche utile. Come diceva un personaggio di Agatha Christie, 'Il delitto non paga ma certamente insegna'".