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Il giurista e la montagna

, di Davide Ripamonti
Mario Notari, ordinario di diritto commerciale in Bocconi, è un appassionato di montagna e di tutti gli sport estremi che si possono praticare. Come la ultra trail di 170 chilometri tra le vette del Bianco

Il notaio delle vette è stato definito. Notaio e professore, potremmo aggiungere, e mai definizione sarebbe più azzeccata. Mario Notari, professore ordinario di diritto commerciale presso il Dipartimento di studi giuridici dell’Università Bocconi e titolare di uno studio notarile a Milano, è infatti un grande appassionato di montagna e di tutti gli sport, ma proprio tutti, che si possono praticare tra vette, boschi, vallate scoscese e piste da sci. “Pratico free climbing, ascensioni di roccia e ghiaccio, sci alpinismo, sci di fondo, cascate di ghiaccio, sky running e ultra trail”, racconta Notari, che è anche maestro di sci, “discipline che ho alternato nel corso degli anni, anche cercando di adeguarmi all’età che avanza e al clima che cambia”.  Quest’ultimo ha un ruolo rilevante soprattutto in alta montagna dove gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici sono più evidenti: “L’alpinismo che facevo soprattutto in alta quota, quindi arrampicata e ascensione, negli ultimi anni l'ho un po' messo da parte perché la montagna in quota si sta disfacendo”, dice Notari. “Il fatto che l'isoterma, gli 0 ° che una volta erano a 3.000 metri, adesso siano a 5.000 metri, fa sì che quella fascia di montagna fra i 3.000 e i 5.000 si stia sciogliendo. Quindi viene giù tutto e ci troviamo ad avere a che fare con una montagna molto più pericolosa”. 

Di qui la decisione di dedicare maggior tempo alla corsa, in montagna ma non solo, come la partecipazione alla maratona di Valencia, per esempio, con un tempo di 3 ore e 12 minuti davvero lusinghiero. Ma è la corsa in montagna la vera passione, gare brevi, come le definisce lui, di 30 o 40 chilometri, oppure vere e proprie imprese, come la ultra trail Monte Bianco che disputerà a fine agosto: “Saranno 170 chilometri di gara, con 11 mila metri di dislivello, per una durata di circa 30 o 40 ore a seconda della velocità. In gare come queste cerco la prestazione, non il risultato agonistico. La gara è con se stessi più che con gli avversari, con la propria testa, con la propria volontà”. In competizioni così lunghe ci si trova spesso da soli, con i propri pensieri. A cosa pensa Mario Notari quando corre? “Nelle gare brevi la concentrazione è tutta rivolta alla gara stessa, al gesto, all’avversario da raggiungere e superare. In quelle lunghe no, pensi anche ad altro. Al lavoro, per esempio, ho avuto ottime intuizioni professionali mentre correvo. Niente interruzioni, niente telefonate, niente distrazioni: è così che nascono le idee migliori”. 

Di recente Mario Notari ha però conseguito anche qualche risultato importante a livello di competizione: “Ho vinto, per quanto riguarda la mia categoria, la Marathon du Mont Blanc, sulla classica distanza dei 42 chilometri e 195 metri e poi un’altra gara a Courmayeur sui 30 chilometri e con circa 2 mila metri di dislivello”. Le sfide però non finiscono mai e, se non si presentano da sole, si vanno a cercare: “Le cose che posso fare in montagna non sono ancora finite, cerco sempre qualcosa di nuovo. L’ultima in questo senso è per me il biathlon, con ambizioni agonistiche. Mi alleno in Valle d’Aosta e i miei compagni di squadra hanno tra i 16 e i 18 anni. Come mi guardano? All’inizio un po’ straniti, adesso hanno capito lo spirito con cui lo faccio”. 

In aula Mario Notari non parla mai di questa sua seconda (o terza?) vita, ma qualcosa lo porta comunque: “Sì, il concetto del passo dopo passo. In montagna non si può affrontare un’ascensione di 2 mila metri se non un pezzo alla volta, concentrandosi solo su quello che si ha davanti. Così in aula dobbiamo concentrarci su un argomento, una volta acquisito si passa a quello successivo. Un manuale di 800 pagine spaventa nell’insieme, affrontato un pezzo alla volta invece no”.