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Studente del corso di laurea in Mathematical and Computing Sciences for Artificial Intelligence alla Bocconi, Federico Pezzoli ha già pubblicato una ricerca scientifica. “Mi piace imparare cose nuove e mettere insieme ambiti diversi. Per me studiare è anche un modo per viaggiare”

«Fin dal liceo ero affascinato dalle materie scientifiche», racconta Federico. «Ero indeciso tra matematica, informatica, forse ingegneria. Ma quando ho scoperto il nuovo corso BAI in Bocconi, ho capito che offriva qualcosa di diverso: un approccio multidisciplinare, con solide basi in matematica e informatica, ma anche aperture verso fisica, economia e intelligenza artificiale».

Scelta insolita? Forse. Ma perfettamente in linea con il suo spirito curioso: «Mi attirava l’idea di esplorare mondi diversi, non di specializzarmi subito. E poi ho potuto fare il test già alla fine della quarta superiore: è andato bene e ho deciso di iniziare subito questa avventura».

Dalla Svezia alla vela, passando per gli algoritmi

Nel primo anno ha colto l’occasione di un tirocinio di ricerca al RISE – il Research Institute of Sweden. Da lì è nata una collaborazione con la nazionale svedese di vela per sviluppare un algoritmo che, a partire dai dati meteorologici, aiutasse gli atleti a pianificare le strategie di gara. 

«La vela è uno sport molto tecnico, dove il meteo gioca un ruolo centrale», spiega Federico. «Abbiamo costruito un algoritmo deterministico che, dato un certo scenario, suggerisce il piano ottimale di navigazione. Un sistema semplice da addestrare ma potente nei risultati.» L’algoritmo è stato effettivamente usato dalla nazionale svedese alle Olimpiadi del 2024 in Francia, e da quell’esperienza è nata una pubblicazione scientifica firmata anche da lui, A Data-driven Race Strategy Tool for Olympic Sailing Competitions, uscita sul Journal of Sailing Technology. «Credo abbiano ottenuto anche una medaglia. È bello pensare che un mio contributo possa aver aiutato.»

Sempre alla ricerca di nuove sfide

Dopo quell’esperienza, ha lavorato su progetti di computer vision e intelligenza artificiale applicata all’analisi delle immagini. «Quest’estate farò un nuovo stage alla Carl Zeiss, l’azienda tedesca che produce lenti per microscopi e semiconduttori. Sarà un’altra occasione per vedere come l’AI può servire settori altamente tecnologici.»

E la ricerca? «Mi appassiona molto. Ho scritto la mia tesi triennale su grafi e biologia, e sto pensando seriamente a un dottorato una volta conseguita la laurea magistrale in Bocconi sempre in AI. Lavorare in un contesto dove si affrontano continuamente nuovi problemi è ciò che mi stimola di più». Della Bocconi, Federico apprezza molto l’orientamento alla risoluzione dei problemi che crea un ambiente stimolante. Avere avuto l’opportunità di fare ricerca già al primo anno è stato un momento importante.

Una mente aperta al mondo

Federico ha già viaggiato molto: è stato in Africa ancora da liceale per gare di scherma, negli Stati Uniti per un corso, e ha trascorso un semestre a Hong Kong. «È stata un’esperienza intensa: un sistema accademico meno teorico, ma molto orientato ai progetti. E una cultura completamente diversa. Mi piacerebbe usare il dottorato anche per continuare a esplorare il mondo.»

Il filo rosso della curiosità

«Non ho ancora deciso esattamente in quale campo specializzarmi – forse computer vision, AI applicata alla medicina, o anche informatica quantistica. Ma so che voglio continuare a imparare». La ricerca, per lui, è uno spazio di libertà intellettuale e di scoperta continua: «Per me studiare non è mai stato solo un dovere. È un modo per esplorare, creare connessioni e risolvere problemi. E, in fondo, per conoscere meglio il mondo.»