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Prometeo è libero

, di Andrea Celauro
Tra i libri che Franco Malerba consiglia c’è anche il volume dell’economista americano David Landes sulla rivoluzione industriale

Il mito di Prometeo, che rubò il fuoco agli dei per donarlo all’umanità, è universalmente noto. E’ la contrapposizione dell’uomo alla divinità, della scienza alla rivelazione. Ma nel Prometeo liberato dell’economista americano David Landes, la figura mitologica diventa anche il simbolo della più grande trasformazione che l’umanità abbia conosciuto: la rivoluzione industriale. Volume divulgativo e interessante, che Franco Malerba, direttore del Cespri Bocconi, si sente di consigliare a chi intenda approfondire il tema dell’innovazione.

Secondo Landes, con la rivoluzione industriale, che ha segnato il passaggio dall’artigianato, alla manifattura, al sistema di produzione caratterizzato dalla fabbrica, la competizione internazionale per la ricchezza ha preso un andamento vorticoso, tra accelerazioni e frenate. Indagando con attenzione le cause, il percorso e la localizzazione dello sviluppo, l’economista di Harvard mostra come le innovazioni tecnologiche hanno dato origine e continuità al processo di industrializzazione, ma anche ai mutamenti della struttura del potere e della società.

I processi di crescita economica di lungo periodo e, soprattutto, il comportamento delle società industriali sono invece i temi de Le vie della tecnologia, di Nathan Rosenberg, che Malerba non esita a definire “un libro semplice e bellissimo”.

Due le idee di fondo di Rosenberg: la centralità dell’innovazione tecnologica nel produrre crescita economica e la necessità di superare il modello economico neoclassico per cogliere a pieno il fenomeno. Rosenberg sostiene infatti che nell’esaminare il cambiamento tecnologico bisogna muoversi dal generale al particolare, dalla tecnologia come concetto alle tecnologie come casi specifici. E che bisogna mettere da parte l’idea che si possano analizzare gli effetti del cambiamento tecnologico senza tenere conto del contesto in cui esso avviene.

Ma chi davvero voglia risalire alle origini dello studio sull’innovazione e sullo sviluppo, non può dimenticare Joseph Schumpeter, che con la fondamentale Teoria dello sviluppo economico del 1911 mise a punto un approccio dinamico più adatto a spiegare la realtà economica dell’era industriale. E nella concezione di sviluppo di Schumpeter appare la figura dell’imprenditore, che introduce nuovi prodotti sfrutta le innovazioni tecnologiche, apre nuovi mercati e cambia le modalità organizzative della produzione.