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Nella biblioteca della Bocconi gli archivi della Villa di Artimino

, di Davide Ripamonti
Acquistati da Armando Sapori, rettore dal 1952 al 1967, raccontano la gestione quotidiana di aziende mezzadrili

La contabilità di una delle ville medicee più belle, la Villa di Artimino, da pochi giorni diventata patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, è gelosamente custodita tra le carte più preziose dell'Archivio storico dell'Università Bocconi. "Acquistati da Armando Sapori, rettore della Bocconi dal 1952 al 1967, i documenti trattano in particolare della contabilità a partire dagli ultimi anni del '700", spiega Achille Marzio Romani, professore emerito di storia economica, "quando la villa e i terreni circostanti erano divenuti una grande azienda agraria. I conti dei mezzadri, le paghe degli operai, la gestione del patrimonio edilizio e fondiario, una enorme quantità di numeri che costituiscono un'importante testimonianza, ed è davvero insolito, e curioso, che tali documenti siano adesso in possesso di una università milanese".

La Villa di Artimino, progettata dall'architetto Bernardo Buontalenti, venne costruita tra il 1596 e il 1600 per ordine del granduca Ferdinando I, che la utilizzò come dimora di caccia. Nel 1608 ospitò, come precettore del principe Cosimo II, Galileo Galilei. Nel 1782 venne acquistata da Lorenzo Bartolomei e a questi anni in particolare si riferisce la documentazione custodita in Bocconi.

Dal 1983, su iniziativa del Comune di Carmignano, la Villa ospita un museo archeologico con reperti di origine etrusca ritrovati nel comprensorio.