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L'Italia all'avanguardia nella rappresentanza delle donne

, di Ilaria Ricotti
Paola Profeta e Alessandra Casarico spiegano in un libro perche' la legge italiana sulle quote di genere e' tra le piu' avanzate a livello internazionale

La questione di genere, soprattutto all'interno degli alti vertici delle grandi aziende, non è ancora risolta. Bisogna però ammettere che, dopo l'approvazione della legge 120/2011 Golfo-Mosca, meglio conosciuta come la "legge delle quote di genere", la situazione è molto migliorata, rendendo chiaro come questa normativa ponga l'Italia un passo avanti in materia. La legge, infatti, stabilisce che gli organi sociali delle società quotate e a controllo pubblico, dal 12 agosto 2012, devono comprendere al proprio interno almeno un quinto di rappresentanza femminile per il primo mandato e 1/3 per i successivi due.

Paola Profeta, professore associato di Scienza delle Finanze all'università Bocconi e coordinatrice della "Iniziativa di Genere" del centro di ricerca Dondena, insieme alla collega Alessandra Casarico, anche lei professore associato di Scienza delle Finanze alla Bocconi e a Livia Amidani Alberti, Marilisa D'Amico e Anna Puccio ha pubblicato un libro sull'argomento, dal titolo Women directors-The Italian way and beyond (Palgrave Macmillan,62.50 £, 224 pagine). Il lavoro parte da un'analisi della questione di genere, per focalizzarsi sulla situazione nei consigli di amministrazione delle aziende, fino ad arrivare ad un'analisi approfondita degli effetti che la legge 120/2011 ha avuto nel caso italiano, per allargare infine la prospettiva a livello internazionale. In questo caso, infatti, gli altri Paesi potrebbero avere molto da imparare dall'Italia, che grazie a questa legge sta sperimentando non solo un aumento della presenza femminile ad alti livelli, ma anche un rinnovamento e miglioramento complessivo degli organi societari, con possibili ricadute positive sulla società nel suo complesso.