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Liberalizza l'economia, e il reddito verra'

, di Gunes Gokmen
Tommaso Nannicini utilizza un originale approccio statistico per evidenziare i vantaggi economici delle liberalizzazioni, in un articolo scritto con Andreas Billmeier

Anche se i risultati teorici di economia internazionale e di teoria della crescita indicano una relazione prevalentemente positiva tra liberalizzazione economica e livello di benessere economico, la conferma empirica di questa previsione è stata finora difficile da trovare. Tommaso Nannicini (Dipartimento di Economia) e Andreas Billmeier (Ziff Brothers Investments) cercano di rispondere a questa domandautilizzando le più recenti metodologie econometriche in Assessing Economic Liberalization Episodes: A Synthetic Control Approach di prossima pubblicazione in Review of Economics and Statistics,

Gli autori analizzano l'impatto degli episodi di liberalizzazione economica sul reddito pro-capite in tutto il mondo. Come misura del livello di liberalizzazione economicaviene utilizzato un indicatore che cattura il ruolo del mercato nell'economia in termini di apertura verso i mercati internazionali. I risultati empirici suggeriscono che nella maggior parte delle regioni in esame la liberalizzazione economica ha avuto un effetto positivo sul PIL reale pro-capite. Tuttavia, questo risultato è eterogeneo nelle diverse regioni e nel tempo. In particolare, i paesi che hanno sperimentato la liberalizzazione dopo il 1990 – molti dei quali si trovano in Africa – non hanno avuto un impatto positivo sul PIL pro-capite significativamente superiore a quello di altre economie simili, ma chiuse agli scambi con l'estero.

Per rispondere a questa domanda, studi precedenti si sono affidati ad analisi cross-country o studi di specifici casi paese. Gli autori del presente articolo, invece, utilizzano una metodologia statistica trasparente basata su differenti studi-paese: il metodo di controllo sintetico. Questa metodologia è in grado di superare i problemi di endogeneità presenti nelle analisi cross-country ed è più generale degli studi su paesi singoli. Questa metodologia permette di confrontare la traiettoria di crescita delle economie aperte con la traiettoria di una combinazione di economie simili ma chiuse, controllando per variabili time-varying non osservabili.

Un vantaggio di questo modello statistico unificato è di portare lo studioso a confrontare le prestazioni in termini di reddito di economie aperte e chiuse che risultano simili in termini di altre covariate e nei livelli di PIL passati. Questo riduce al minimo la discrezionalità dell'analisi e porta a utilizzare l'unità di confronto più appropriata. Un altro vantaggio di questo framework statistico è quello di essere in grado di affrontare problemi di endogeneità derivanti da variabili omesse. Si tratta di un miglioramento rispetto ai modelli di analisi panel, come ad esempio i modelli ad effetti fissi, che considerano fattori (confondenti) non osservabili che sono invarianti nel tempo. Con questa metodologia può essere, invece, considerata la presenza di fattori confondenti non osservabili che variano nel tempo.

Infine, gli autori effettuano due tipi di esperimenti sui gruppi di controllo. Nel primo esperimento, limitano il gruppo di controllo (economie chiuse) ai paesi della stessa macroregione dei paesi in analisi (economie aperte), come Asia, America Latina, Africa e Medio Oriente. Questo rende il gruppo di controllo simile al gruppo trattato in termini di fattori geografici e fornisce un confronto più affidabile. In un secondo esperimento, invece, gli autori fanno uso di tutti i paesi ammissibili nel gruppo di controllo, e questo permette un aumento del numero delle osservazioni e della potenza del test.

In conclusione, Billmeier e Nannicini applicano un'interessante tecnica statistica per affrontare un difficile progetto di ricerca e forniscono prove convincenti che la liberalizzazione economica aumenta il reddito pro-capite, anche se, questo effetto non è uniforme nelle varie regioni e di tempo.