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Le regole del buon governo dell'impresa

, di Tomaso Eridani
Al convegno in onore della carriera di Piergaetano Marchetti, a cui ha partecipato anche il Ministro Tremonti, si è discusso del rapporto tra giuristi, regole e imprese

Quasi mezzo secolo dedicato all'insegnamento, alla formazione degli studenti e alla crescita e sviluppo della Bocconi come istituzione. La Bocconi ha voluto omaggiare il contributo e la carriera di Piergaetano Marchetti organizzando un incontro incentrato su un tema a lui caro, il buon governo delle imprese sostenuto con regole giuste ed equilibrate sulla loro struttura e governance grazie anche al contributo del giurista.

"Questo convegno rappresenta un omaggio commosso al professor Marchetti. Se la Bocconi oggi è considerata scuola di alto livello di economia e di diritto è anche grazie a Marchetti che ha alimentato la componente di diritto," ha illustrato Mario Monti, presidente dell'Università Bocconi, introducendo l'incontro. "E le altre discipline, dall'economia al management, hanno beneficiato dalla convivenza con la dimensione giuridica. Con la sua personalità Marchetti ha creato un'identità particolare alla componente giuridica."

Monti ha ricordato anche il contributo di Marchetti alla vita dell'istituzione Bocconi. "Marchetti, oltre a essere maestro della sua disciplina, è anche maestro dell'Università.Ed è stato una guida e una coscienza critica vitale nei passaggi importanti della storia della Bocconi."

"Il nostro ordinamento sulle società non è ancora un corpo organico e andrebbe aggiornato," ha sottolineato il Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti nel suo intervento. "In primo luogo, la nostra legislazione non tiene abbastanza conto della struttura materiale della nostra economia e della dimensione reale delle imprese."

Secondo il ministro "serve una selezione quantitativa, una legislazione che distingue fra imprese medio-grandi e quelle piccole e non allinea sotto la stessa normativa tutte le imprese come adesso. Servirebbe anche una distinzione tra le public company e le altre società."

"Negli anni c'è stata una proliferazione di regole sulla struttura e il governo dell'impresa societaria ma senza un disegno organico né unitario. Bisogna capire meglio qual è lo scopo di queste regole con una riflessione comune tra economisti e giuristi," ha illustrato Luigi A. Bianchi, docente dell'Università Bocconi, introducendo il dibattito. "L'iperegolamentazione infatti non ha impedito fenomeni di malpractice. Per essere efficace un sistema di corporate governance richiede anche un apparato sanzionatorio all'altezza e su questo terreno vi è molto da fare in Italia."

Al dibattito, moderato da Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera, hanno partecipato Alberto Alessandri, Università Bocconi, Edmondo Bruti Liberati, procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Giuseppe Vegas, presidente della Consob e Guido Tabellini, rettore dell'Università Bocconi.

"Gli studenti rappresentano il bene più prezioso per un'università e la loro formazione è l'impegno primario di un'università," ha esordito Piergaetano Marchetti nel suo intervento che ha concluso l'incontro. "E qui in Bocconi, in 48 anni di presenza come docente, ho avuto la fortuna di essere in un'istituzione che ha fatto del rigore e della serietà dell'insegnamento un impegno primario. Un'esperienza unica e affascinante e non ricordo un anno in cui la Bocconi sia stata ferma.C'è stata una continua progettazione e mettersi in discussione, non priva di dialettica e confronto e anche divergenze di opinione, che è il segreto della crescita."

"Il tema del buongoverno dell'impresa oggi ripropone l'interrogativo più che bimillenario del governo delle leggi o governo degli uomini. Al fondo di tante riflessioni sulla governance, il giurista legga il dilemma: governo delle leggi e governo degli uomini. E negli ultimi anni l'impresa ha dato troppo spazio al governo degli uomini," ha spiegato Marchetti entrando nel tema del dibattito. "Al giurista spetta rammentare le istanze del governo delle leggi al troppo dilatato spazio che il governo degli uomini spesso si arroga. Togliendo di mezzo però un equivoco. L'equivoco chelegge sia antitesi di libertà, che legge sia mortificazione dell'iniziativa."

"Il problema del governo delle leggi è che le leggi funzionino, della loro effettività. L'enforcement deve fare parte della norma stessa, non è un dopo," ha concluso Marchetti. "Il dilemma su quali siano le leggi giuste poi rimane aperto. Il giurista non le inventa, né l'economista o il filosofo. Chi garantisce il buon governo delle leggi è il sistema democratico. E noi docenti e giuristi dobbiamo contribuire al buon governo delle leggi senza arroganza e vanagloria."