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Le manager della lentezza

, di Davide Ripamonti
A Shanghai si terrà nel 2010 la quarta edizione della Giornata della lentezza. Due studentesse della Bocconi aiutano gli organizzatori nella pianificazione e nel reperimento delle risorse

Obiettivo: introdurre le ferree regole del management e dell'organizzazione di un grande evento in una piccola associazione non profit che dal 2007 organizza la Giornata mondiale della lentezza. Con questo traguardo in mente Daniela Gualdoni e Daniela Biri si sono messe al lavoro per sviluppare il progetto assegnato loro da Giorgio Fiorentini, il docente responsabile del corso di Management delle organizzazioni non profit internazionali. Un progetto che prevedeva l'analisi delle fasi organizzative che hanno preceduto gli appuntamenti di Milano (2007), New York (2008) e Tokyo (2009) per mettere a punto un modello manageriale per il prossimo appuntamento, quello di Shanghai nel 2010.

Daniela Biri e Daniela Gualdoni

Daniela&Daniela, entrambe 24enni, di Treviglio una e svizzera di San Gallo l'altra, si sono avvicinate a L'arte del vivere con lentezza quando hanno dovuto pensare al progetto di lavoro previsto dal corso. "Volevamo fare qualcosa di diverso, di solito in questo settore ci si orienta su progetti rivolti ai paesi in via di sviluppo, noi invece pensavamo a qualcosa di più legato alla cultura. La Giornata (in realtà la manifestazione si svolge in due-tre giorni) prevede una serie di iniziative sul campo, come una simbolica 'multa' affibbiata a chi cammina troppo velocemente, una mostra fotografica, un concerto, un seminario presso un'università, cercando di coinvolgere i media, la convinzione di fondo dell'Associazione è che il futuro sarà in mano di coloro che riusciranno a rallentare i propri ritmi e a prendersi del tempo per se stessi e per i propri hobby, aumentando la qualità della vita individuale e quindi collettiva".Una 'filosofia' basata su una serie di 14 precetti, definiti ComandaLenti, che sono in realtà dei consigli per riappropriarsi delle cose semplici della vita, come, per esempio, "evitate qualche viaggio nei weekend o durante i lunghi ponti, ma gustatevi la vostra città", oppure "smettiamo di continuare a ripetere 'non ho tempo'. Il continuare a farlo non ci farà sembrare più importanti".
L'organizzazione di una "Giornata" all'altro capo del mondo non è però cosa semplice, occorrono risorse, soprattutto economiche, che vanno reperite e pianificate, e qui entrano in gioco Daniela Biri e Daniela Gualdoni, con le loro competenze manageriali e organizzative. "Si tratta di un team di cinque persone", spiega Daniela Biri, "che ha qualche problema organizzativo. Noi abbiamo parlato con Bruno Contigiani, il fondatore dell'Associazione, gli abbiamo esposto alcune nostre idee per migliorare la struttura anche alla luce dell'ultima Giornata, quella di Tokyo, da cui siamo partite per studiare alcuni correttivi utili per l'edizione 2010. In particolare il tasto dolente è il fund raising, per il quale manca una vera strategia, visto che finora si è proceduto soprattutto attraverso contatti personali, il nostro apporto è stato quello di fornire indicazioni per una vera strategia per contattare le imprese".Imprese che, in un momento come quello attuale, non avranno troppa voglia di fare da sponsor... "Noi confidiamo che le aziende intravedano l'opportunità del ritorno di immagine che può scaturire dall'appoggiare un'iniziativa come questa, anche perché non stiamo parlando di grosse cifre", precisano le studentesse, "visto che per l'intera organizzazione di Shanghai prevediamo un budget di 40-60 mila euro. E poi", dicono ormai contagiate dalla filosofia dell'Associazione, "la crisi può avere anche qualche aspetto positivo. E' infatti proprio quando c'è meno lavoro, e quindi più tempo libero, che si può riflettere con calma e pensare a cosa migliorare. Perché certe cose non accadano più".