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La felicita'? Questione di cuore

, di Fabio Todesco
Il denaro non sempre fa la felicita', ma un buon battito cardiaco si'. Cosi' l'economia del benessere sposa la medicina secondo Andrew Oswald, protagonista della Dondena Lecture

Gli italiani si dichiarano meno felici della maggior parte degli altri europei, ma negli ultimi anni le distanze si sono ridotte. E nel 2008, a fronte di una crescita modesta del prodotto interno lordo, il numero di battiti cardiaci medio della popolazione è diminuito di una frazione di punto. Il numero medio di battiti a riposo dei britannici è 75, ma a ogni incremento del reddito di 40.000 euro corrispondono non solo maggiore felicità, ma anche un battito in meno. Sono alcune delle evidenze che hanno spinto molti economisti, alla ricerca di un'alternativa al prodotto interno lordo per misurare le performance delle nazioni, a studiare il legame tra benessere fisico e mentale, tra salute e felicità.

Andrew Oswald

Andrew Oswald dell'Università di Warwick, uno dei maggiori esponenti di questa linea di pensiero, ha illustrato gli ultimi sviluppi dei suoi studi ieri pomeriggio alla Bocconi nel corso dell'annuale Dondena Lecture del Centro Dondena per la ricerca sulle dinamiche sociali dell'Università. Il suo è un campo di studi nel quale non mancano i paradossi, a partire da quello di Easterlin, che mostra come, a fronte di una crescita costante del prodotto interno lordo, la felicità media rimanga più o meno invariata da decenni, nonostante si noti una relazione positiva tra reddito e felicità a livello personale. "Le persone più ricche godono di migliore salute e maggiore felicità", ha affermato Oswald, "ma a contare non è il reddito assoluto, bensì quello relativo, il reddito di ciascuno rispetto a un gruppo di riferimento. Così è improbabile che si possa elevare il livello di felicità di un'intera nazione agendo solamente sull'economia". Se è vero che la felicità individuale dipende molto dai fatti della vita, gli individui dimostrano però una stupefacente capacità di adattamento, sia in senso positivo sia negativo. Così l'infelicità provocata dalla vedovanza, secondo le rilevazioni, viene compensata nel giro di circa quattro anni, così come la felicità determinata dal matrimonio. Il divorzio, invece, risolve solitamente una situazione di tensione e provoca, nell'immediato, un aumento della felicità. Un fattore importante nelle valutazioni degli individui è lo stress, come dimostrano le analisi condotte sui vincitori di grossi premi nelle lotterie. La vincita di un milione di euro, è stato dimostrato, non comporta, nel primo anno, una crescita nella soddisfazione per le proprie condizioni economiche. Tale effetto si evidenzia solo più tardi, quando presumibilmente lo stress che accompagna la vincita è stato assorbito.

L'evidenza della relazione tra felicità, battito cardiaco e pressione sanguigna spingerà in futuro gli economisti a collaborare sempre più con medici ed epidemiologi, fermi restando alcuni punti fissi di policy più tradizionale, come la relazione positiva con la felicità nazionale di condizioni come un basso tasso di disoccupazione, una bassa inflazione e un sistema di welfare generoso.