La', dove nessun bocconiano e' mai giunto prima
La suddivisione tra cultura "alta" e "bassa" è uno schema rigido, ormai superato dall'evoluzione della letteratura e del cinema. I generi, dalla fantascienza al fantasy, dal western al gotico, hanno acquisito pieno diritto di cittadinanza, ma li si comprende meglio accostandosi ad essi in modo critico, come si farebbe con ogni altra espressione culturale. "La fantascienza, in particolare, offre una prospettiva affascinante: l'immaginazione (non la previsione!) del futuro, che in alcuni casi rivela qualità speculative sulla sorte dell'umanità, sui cambiamenti in atto, sulla nostra identità, e in altri sa trasformarsi in satira della società contemporanea", dice Carlo Pagetti, il professore di letteratura inglese dell'Università degli Studi di Milano che, dal 9 febbraio al 15 marzo, terrà il corso La fantascienza da genere narrativo "popolare" a spazio profondo dell'immaginario contemporaneo, nell'ambito del programma Sapere a tutto campo (sei lezioni da 90 minuti il martedì, dalle 12,30 alle 14).
Tra gli autori esaminati: Asimov, Ballard, Dick, Le Guin, Mieville, Vonnegut, con un approfondimento sulla fantascienza al femminile e uno spazio dedicato alla produzione televisiva (in particolare Star Trek) e cinematografica.
"Ormai non leggo che voi", fa dire Kurt Vonnegut a uno dei suoi personaggi, di fronte a una platea di scrittori di fantascienza. "Siete gli unici a parlare dei terribili cambiamenti che ci coinvolgono, gli unici abbastanza pazzi da capire che la vita è un viaggio spaziale, e non un viaggio breve per giunta, ma un viaggio che durerà miliardi di anni. Siete gli unici ad avere il fegato di preoccuparsi davvero del futuro, gli unici capaci di vedere che cosa ci fanno le macchine, che cosa ci fanno le guerre, che cosa ci fanno le città, che cosa ci fanno le idee semplici e grandi. Siete gli unici abbastanza folli da arrovellarsi senza fine su tempo e distanze, su misteri che non saranno mai risolti, sul fatto che dipende da quel che facciamo oggi se il viaggio spaziale del prossimo miliardo di anni sarà un paradiso o un inferno".
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