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Imprese che battono la crisi

, di Andrea Celauro
Presentato in convegno il volume realizzato da Bocconi e Assolombarda con l'analisi delle strategie di 60 aziende che nella congiuntura hanno avuto buone performance
Il panel del convegno. Da sinistra Adriana Sartor di Elettrotec, Alberto Meomartini, Guido Corbetta, Giuseppe Pinto di Pomellato, Giuseppe Airoldi.

Di fronte alla crisi, il mondo delle imprese "è stato caratterizzato da una grande divaricazione dei risultati. In questa occasione abbiamo voluto studiare e capire cosa fanno e cosa hanno fatto in questi ultimi anni le aziende che meglio hanno risposto alla congiuntura". Così Guido Corbetta, titolare della cattedra Aidaf-Alberto Falck di strategia delle imprese familiari della Bocconi, ha aperto il convegno di presentazione del volume che Assolombarda e Università Bocconi hanno realizzato analizzando 60 casi aziendali tra le imprese dell'associazione imprenditoriale lombarda. La caratteristica delle imprese analizzate è quella di essere state, nel pieno della crisi, quelle ad aver meglio sopportato il colpo.

"Ciò dimostra che il sistema di aziende che rappresenta Assolombarda non è in declino. Al contrario, ha voglia di creare nuove occasioni di sviluppo", ha detto Alberto Meomartini, presidente dell'associazione, sottolineando "la piena disponibilità avuta in questa ricognizione da parte delle imprese stesse".

Ma quali sono state le performance delle 60 aziende analizzate dalla ricerca? "Innanzitutto, hanno mostrato nel 2010 un quasi pieno recupero del fatturato rispetto alla flessione degli anni immediatamente precedenti", ha spiegato Giuseppe Airoldi, direttore del Dipartimento di management e tecnologia e tra i curatori del volume, snocciolando i dati raccolti. "E poi, dato significativo", ha continuato, "hanno mostrato un rapporto di indebitamento che si è ridotto, sintomo, in buona misura, di operazioni di 'patrimonializzazione'. Così come vi è stato un netto recupero nella redditività".

Interrogate sulle caratteristiche che ritengono di avere, le aziende milanesi hanno sottolineato propri punti di forza e debolezze rispetto ai concorrenti. Tra i primi indicano qualità, gamma, varietà e contenuto tecnologico dei prodotti, il brand e la flessibilità produttiva, mentre tra le seconde valutano i prezzi e i costi, ovvero il vantaggio di costo legato alla dimensione. Riguardo infine alle mosse strategiche che le aziende hanno messo in campo per fronteggiare la crisi e che hanno portato ai positivi risultati indicati dalla ricerca, Airoldi ha sottolineato "come negli ultimi 5-6 anni vi sia stato un ritorno all'internalizzazione di attività precedentemente delocalizzate, mentre sempre più spesso si rileva una modalità di crescita esterna, ma con poche fusioni, che indeboliscono il capitale, e maggiori strategie di joint venture".

Alberto Meomartini Giuseppe Airoldi riassume i dati dell'analisi