Imprenditori sociali per un giorno
Letizia Moratti, il sindaco di Milano, ha annunciato ieri alla Bocconi che la città sarà la sede del secondo Grameen Creative Lab d'Europa, dopo quello tedesco che si è presentato al pubblico italiano nel corso dello stesso incontro. Il Grameen Creative Lab è l'incubatore di imprese sociali collegato alla Grameen Bank di Muhammad Yunus, l'economista bengalese insignito del Nobel per la pace nel 2006 per la sua attività di microcredito.
Il Grameen Creative Lab milanese, che vedrà la luce entro la prossima visita di Yunus alla città, già a luglio 2010, è giustificato dalla connotazione sociale data all'Expo 2015 e dal fatto che Milano, ha affermato il sindaco, "è la capitale italiana del business, del volontariato e dell'internazionalizzazione".
Alla presentazione del laboratorio è seguito un pomeriggio di lavoro, organizzato in collaborazione con la Cattedra Sif (Società italiana di filantropia) di social entrepreneurship della Bocconi, nel corso del quale studenti e addetti ai lavori si sono confrontati con gli uomini del Grameen Creative Lab si sono suddivisi in gruppi e hanno simulato l'ideazione di imprese sociali a partire da problematiche individuate con un brainstorming.
"È stato davvero interessante confrontarsi con la tutor del Grameen Creative Lab e con i componenti del gruppo che provenivano da esperienze diverse dalla mia", dice Adriana Rizzo, al secondo anno della laurea specialistica in management. "Il mio gruppo è partito dalle problematiche delle ragazze tra i 16 e i 19 anni, e in particolare dai modelli negativi di comportamento che possono imitare, e abbiamo pensato a una sorta di centro ricreativo e di formazione pensato per loro".
La soluzione è simile a quella escogitata dal gruppo di Filippo Bertolini, terzo anno del Cleam, anche se il punto di partenza, in questo caso, erano gli adolescenti in generale e il rischio tossicodipendenza. "La soluzione è stata una struttura che potesse ospitare attività artistiche e imprenditoriali. Il confronto con i tutor è stato interessante soprattutto perché noi insistevamo molto sulla possibilità di farci sponsorizzare l'iniziativa per finanziarla, mentre loro hanno suggerito possibilità di autofinanziamento più realistiche".