Il professore e lo sport
C'è anche un pezzo di Bocconi nell'evento sportivo che, derby calcistico a parte, ha caratterizzato il weekend milanese del 14 e 15 gennaio. Maurizio Dallocchio, professore ordinario e titolare della cattedra Nomura di finanza aziendale, ha ricoperto l'incarico di presidente del comitato organizzatore della tappa del circuito mondiale di sci di fondo svoltasi a Milano nella splendida cornice del Parco Sempione.
"Un'impresa davvero complessa", spiega Dallocchio, visibilmente euforico per l'esito di una manifestazione che ha portato lungo il percorso oltre 20 mila spettatori in ognuna delle due giornate di gara, sabato 14 e domenica 15 gennaio, "per la quale mi sono avvalso della competenza di persone del settore, come Guido Mapelli, promotore di eventi di fondo, e Maurizio Gandolfi, già organizzatore dei Mondiali di sci alpino e delle gare di Coppa del Mondo di Bormio".
Mettere in piedi una gara di sci di fondo in città non è cosa semplice, si tratta di affrontare una serie di problematiche le più svariate e complesse. L'unica certezza, al momento di partire, è stata la location. "Abbiamo sempre e solo voluto il Parco Sempione, ideale per bellezza e accessibilità", continua Dallocchio, che è soprattutto uno sportivo praticante, viste le 15 maratone di New York alle spalle e la passione per gli sport della montagna, "poi ci sono stati i buoni propositi, perché l'evento che avevamo in mente doveva reggersi sotto il profilo economico ed essere sostenibile da un punto di vista ambientale e del rispetto della diversità, come testimonia l'organizzazione, al termine delle gare di Coppa del Mondo, di una gara paralimpica".
Obiettivi raggiunti, a prezzo di un grande impegno e di un lavoro incessante su più fronti, da quello logistico a quello dei rapporti istituzionali e di politica sportiva con le varie federazioni nazionali: "Si è trattato in primo luogo di ospitare a Milano circa 250 persone tra atleti e tecnici, provenienti da 15 nazioni. Quindi provvedere agli spostamenti, ospitalità, organizzazione dei vari box per i materiali, alle attività collaterali e a tutti gli aspetti organizzativi per rendere la gara perfetta. Poi c'è stata la preparazione del percorso, con la neve per metà artificiale e metà naturale prelevata da una slavina nella Bergamasca, stando attenti a non danneggiare un bene prezioso per i milanesi come il Parco Sempione. Ci hanno lavorato oltre 200 volontari".
Per Dallocchio, che aveva già alle spalle un'esperienza nel comitato organizzatore dei Mondiali di sci alpino di Valtellina 2005, un altro tasto delicato sono stati i rapporti con le istituzioni, "trovando grande collaborazione da Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano", dice, "con la piccola complicazione che a Milano abbiamo incominciato a parlare con la giunta Moratti e abbiamo proseguito con quella Pisapia. Però l'interessamento dell'assessore Chiara Bisconti ci ha permesso di mantenere attiva la pista anche nella settimana successiva alle gare, con il coinvolgimento delle scuole e dei tecnici federali".
Una manifestazione costata impegno e sacrifici ma che è stata giudicata un successo pieno da tutti, atleti, stampa e federazione. E che ha provocato un'ondata di mail di congratulazioni che hanno intasato la casella elettronica del professore: "Mi hanno scritto moltissimi miei laureati da ogni parte del mondo per testimoniarmi quanto l'immagine di Milano ne sia uscita rafforzata. La nostra non è una città in cui è facile organizzare grandi eventi sportivi internazionali. Lo stesso Jurg Kapol, il responsabile per il fondo presso la Federazione Internazionale", continua Dallocchio, "ci ha detto di non aver mai visto una gara cittadina organizzata così bene e con tanto pubblico". I presupposti perché la tappa milanese del circuito mondiale abbia un seguito, dunque, ci sono tutti: "Riportare i migliori atleti del mondo a gareggiare con lo sfondo suggestivo del Castello Sforzesco è un impegno che ci prendiamo volentieri", promette Dallocchio, "ma è presto per sbilanciarci. Di certo la risposta del pubblico ci testimonia che Milano vuole grandi eventi e questo per noi è una spinta fondamentale".