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Gio&Gio: vola al cinema con Arturo

, di Susanna Della Vedova
E' la mascotte dei ragazzi della Qmi, la società che vende alle aziende biglietti come gadget. Perche' le passioni all'universita' diventano impresa

Lo stesso nome, Giovanni, la stessa età, 30 anni, la stessa città, Milano, la stessa università, la Bocconi, e lo stesso sogno: creare qualcosa dal nulla, di unico. Si sono conosciuti grazie ad alcuni amici comuni e hanno dato vita a un esperimento imprenditoriale primo in Italia: promuovere prodotti o servizi utilizzando biglietti per il cinema. Quantum marketing Italia è il nome della società. Due i soci: Giovanni Cova, laurea in economia politica e Giovanni de Simone, laurea in discipline economiche e sociali.

Un ufficio moderno con una grossa vetrata che si affaccia sul terrazzo, la casa di Arturo il cane loro mascotte, è oggi la sede della QMI, fondata alla fine del 2004, che consente alle aziende italiane di abbinare ad un loro prodotto un biglietto omaggio per un cinema convenzionato. "Tutto è cominciato durante una lezione di marketing e distribuzione cinematografica che stavo seguendo a New York dove frequentavo l'Mba", racconta Cova, il presidente di QMI. "A quella lezione avevano invitato Ron Randolph-Wall, un eterano del marketing che, dopo aver ideato la carta di credito Genaral Motors, nel 1988 ha fondato la HMM – Hollywood Movie Money. Ci raccontò di quanto fosse aumentata la vendita di un tal dentifricio a cui era abbinato un biglietto gratis per il cinema, ma che in realtà pochi avevano poi utilizzato". Le aziende pagano ai cinema solo i biglietti veramente utilizzati. "Poi ho lavorato in alcune banche d'affari", continua Cova, "ma sentivo crescere in me la volontà di cambiare, sapevo che così avrei retto poco. Inoltre, avevo in testa quell'idea americana che in Italia non era ancora stata sfruttata".

Da solo era difficile, Cova ha cercato di coinvolgere qualche amico e così è iniziato il sodalizio

Insieme ad Arturo, la mascotte, da sinistra a destra tutta la squadra di Qmi: Matteo Leonardi, Elisa Pellinacci, Giovanni Cova, Giovanni de Simone, Tommaso Raggi e Serena Signorini

con de Simone, l'attuale amministratore delegato. "Mi ricordo che in quel periodo avevo deciso di dedicarmi più allo studio", racconta de Simone, "mi mancavano due esami per la seconda laurea in filosofia. Decisi però di accettare la sfida. Volevo fare qualcosa in proprio e risponderne personalmente puntando all'obiettivo. Si lavorava duro; entrambi bocconiani ci intendevamo subito sui termini, il business plan, il marketing delprodotto, la soddisfazione del cliente. Insomma era veramente come applicare ciò che sulla carta avevamo appreso in Bocconi". Oggi in QMI lavorano 6 giovani di età compresa tra i 27 e i 30 anni, Tommaso Raggi, direttore generale laureato in biotecnologie, Serena Signorini, responsabile comunicazione, laureata Iulm, Matteo Leonardi, giornalista e responsabile organizzazione, laureato in legge ed Elisa Pellinacci, master Misa alla Sda Bocconi."In Bocconi eravamo abituati ai testimonial aziendali", continua Cova, " ci hanno aperto la mente e ci hanno dato il coraggio di rischiare e quindi la voglia di provare. In Italia e nei giovani però trovo che ci sia ancora poca cultura imprenditoriale." "Nella Bocconi abbiamo fiducia", confessa de Simone, "in società lavorano con noi anche due stagisti, entrambi bocconiani".

In sei mesi di attività hanno conquistato 5 clienti (Ferrero, Sony per citarne alcuni), e 1.400 schermi, ma in cantiere ne hanno già altrettanti. "Non sappiamo se sarà il lavoro per la vita" concludono i due Giovanni, "ma senza dubbio adesso abbiamo progetti ambiziosi, l'Europa per esempio. Sta di fatto che al mattino ci sentiamo motivati quando ci alziamo dopo sole poche ore di sonno. Si, perché in ufficio si sa quando si entra, ma ...".