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Gianluca Piccinini, aspirante manager sotto rete

, di Davide Ripamonti
Studente della specialistica in Management, Gianluca ha lasciato le Marche per giocare nell'Olimpia Volley Bergamo, in serie B1, nonostante molte offerte per restare in A. Perché lo studio è la sua priorità

Quando si dice "le motivazioni". Gianluca Piccinini, 22enne marchigiano laureato in Economia aziendale a Macerata, giocatore di volley di professione con presenze in A1 e Champions League e una stagione da protagonista in A2 a Loreto, voleva venire in Bocconi già agli inizi del suo percorso universitario, ma ha dovuto rimandare. Alla fine della scorsa stagione, quando doveva scegliere se restare in A oppure venire a Milano in Bocconi, ha scelto l'ateneo di via Sarfatti e ha risposto sì all'offerta di Bergamo anche se questo significava scendere in B1. In Bocconi Gianluca è iscritto alla specialistica in Management, la chiave d'accesso a quello che il giovane studente/atleta immagina per il suo futuro: "La carriera aziendale è il mio concreto obiettivo, mi vedo manager in un'azienda di profilo internazionale che mi consenta di viaggiare. Nella mia scala delle priorità lo studio ha sempre occupato il primo posto".

La pallavolo non è più il mondo dorato di qualche anno fa, dove anche in A2 e B1 circolavano stipendi allettanti, ora le cifre sono più basse, gli stipendi non troppo sicuri e le società chiudono i battenti con allarmante puntualità. Trovare una società seria, come l'Olimpia Bergamo, val bene qualche sacrificio, "ma la squadra è buona, gli obiettivi importanti e Bergamo è una città con grandi tradizioni nel volley, anche se soprattutto in quello femminile", spiega Gianluca, quasi 2 metri, ruolo centrale con una spiccata propensione per il gioco a muro.

I ritmi di vita, per uno che viene dalla provincia dove casa, palestra e università erano nel raggio di pochi chilometri, saranno intensi: le lezioni, lo studio e gli allenamenti ogni sera a Bergamo, quattro volte la settimana, più la rifinitura il sabato e la partita la domenica, con trasferte in tutto il nord Italia. Ma la passione, più che i soldi, è uno straordinario propellente. "Eppure ho cominciato relativamente tardi, a 16 anni, su consiglio di un insegnante di educazione fisica. Prima facevo il portiere in una squadra di calcio. Ho fatto tutta la trafila nelle giovanili di Macerata che detiene ancora il mio cartellino, con il debutto in Champions League in Belgio e alcune presenze in A1, poi ho giocato in prestito a Carpi, in B1, dove abbiamo vinto il campionato nell'anno del terremoto. Un'esperienza, anche umana, incredibile", racconta Gianluca.
L'arrivo a Milano minaccia di movimentargli la vita, ma Gianluca Piccinini non sembra turbato, anche se qualcosa della grande città l'ha già capito: "Sono arrivato in agosto, traffico pochissimo, mi ero illuso che fosse sempre così, poi a inizio settembre le cose sono subito cambiate e ho deciso di fare l'abbonamento ai mezzi pubblici. Per il momento sto cercando di conoscere meglio l'università anche per quello che riguarda le attività extra didattiche e il campus in generale. Mi piacerebbe, per esempio, dare il mio apporto nelle competizioni universitarie di pallavolo, magari giocare le finali nazionali con il Cus Milano".