Contatti

Due Nobel fuori dai mercati

, di Tomaso Eridani
Il Nobel per l'economia a Elinor Ostrom e Oliver Williamson per i loro studi sulla governance dell'economia

Per la prima volta lo Sveriges Riksbank Prize in Economic Sciences, noto come Nobel per l'economia, è stato assegnato ad una donna, la statunitense Elinor Ostrom, insignita insieme al connazionale Oliver Williamson. Ostrom, 76 anni, docente all'Università dell'Indiana e Williamson, 77 anni, professore all'Università della California, sono stati premiati per i loro lavori in tema di governance economica.

Secondo la motivazione del premio, Ostrom è stata premiata "per la sua analisi della governance in economia, in modo particolare del bene collettivo" e Williamson "per la sua analisi della governance in economia, in modo particolare dei limiti delle imprese". "Negli ultimi trent'anni, questi contributi," ha spiegato il comitato, "sono stati determinanti nel portare la ricerca sulla governance economica all'attenzione della comunità scientifica".

"Ciò che accomuna Ostrom e Williamson è che entrambi si occupano di meccanismi di relazioni economiche diverse dai mercati, delle alternative ai mercati," spiega Fausto Panunzi, docente di Economia politica alla Bocconi. "Ci sono punti d'incontro inoltre nella loro metodologia. Entrambi, infatti, utilizzano teorie poco formalizzate rispetto ai modelli e all'analisi empirica maggiormente diffusi negli studi di economia."

"La scelta di Williamson è un riconoscimento atteso," spiega Panunzi, "dato che i suoi studi toccano temi cruciali, in particolare l'esistenza dell'impresa. Il suo lavoro si distingue per l'analisi del perché alcune transizioni economiche si svolgono sui mercati e alcune invece all'interno delle imprese. Studi che hanno anche gettato le basi per le discussioni sul tema della corporate governance."

"La Ostrom si è distinta per i suoi studi sui 'commons', i beni comuni ad accesso libero, e il loro utilizzo da parte della collettività," spiega Luigi De Paoli, docente di Economia applicata alla Bocconi. "Gli studi della Ostrom sull'autogoverno nell'uso delle risorse naturali di libero accesso hanno mostrato che bisogna rifuggire dalle generalizzazioni secondo cui la "tragedia dei beni comuni", derivante da un loro uso eccessivo, è inevitabile, a meno di un intervento pubblico o di introdurre la proprietà privata. Altre soluzioni istituzionali sono possibili, anche se l'autogoverno non è sempre destinato al successo in mancanza di determinate condizioni che la teoria è in grado di illuminare.

"Tutto ciò," spiega De Paoli, "emerge in un suo articolo pubblicato sul numero della nostra rivista Economia delle fonti di energia e dell'ambiente, uscito per un caso fortunato settimana scorsa, nel quale si mostra tra l'altro come su tre esempi di governo della pesca nel Golfo di California due abbiano avuto successo e uno no."