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Davide Ravasi, lo storyteller dell'impresa

, di Fabio Todesco
Venticinque anni in Bocconi fra laurea, dottorato e insegnamento, Ravasi e' oggi Director of PhD in Management alla Cass Business School di Londra

Una delle sfide che un ricercatore deve affrontare, oggi, consiste nell'essere valutato secondo criteri che guardano più al numero di articoli pubblicati che alla qualità del lavoro e all'impatto sulla comunità, afferma Davide Ravasi. È un fatto penalizzante per chi, come lui, non può delegare raccolta e analisi dei dati qualitativi. Ma ogni sforzo è ripagato quando "le tavole sulle quali hai sputato sangue, le figure ridisegnate dieci volte, le parole scelte attentamente una ad una finalmente assumono una forma definitiva. Deve essere un po' la sensazione che prova un artista quando finisce un'opera".

Ravasi, Director of PhD in Management presso la londinese Cass Business School, con alle spalle quasi venticinque anni in Bocconi fra laurea, dottorato e insegnamento, si occupa principalmente di costruzione, negoziazione, comunicazione, ridefinizione dell'identità organizzativa. Attualmente è impegnato su un paper in cui si ricostruisce l'evoluzione di tale identità in quattro non-profit canadesi sulla base di documentazione storica e interviste condotte fra il 2006 e il 2013. "Abbiamo dovuto inventare un metodo per tracciare i cambiamenti nell'identità organizzativa nel lungo termine. Abbiamo creato nuovi strumenti di lavoro – tabelle e grafici – che ci aiutassero a ordinare le osservazioni storiche e a visualizzare i percorsi di cambiamento. Questo aspetto un po' artigianale richiede un insolito sforzo di combinare rigore analitico ed efficacia estetica e simbolica delle rappresentazioni visive". Ravasi si definisce un ricercatore artigiano e storyteller. Fare ricerca qualitativa, dice, significa contribuire a una conversazione e perciò la componente linguistica e letteraria è molto importante.

A chi intraprende un percorso simile al suo consiglia di imparare a scrivere molto bene. "I grandi ricercatori qualitativi – Stephen Barley, John van Maanen, Denny Gioia, Karl Weick – sono soprattutto straordinari scrittori".