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Crisi si', ma innanzitutto di valori

, di Fabrizio Pezzani - ordianrio di programmazione e controllo nelle pubbliche amministrazioni
La congiuntura è figlia anche di una società che ha abbracciato in toto l'individualismo

Il dibattito sull'attuale congiuntura economica e sociale tende a collegare le difficoltà nell'ambito dell'economia e della finanza anche alla diffusione di comportamenti illeciti che avrebbero favorito il deflagrare della crisi. Sono così sempre più forti i richiami all'esigenza di una maggiore eticità nei comportamenti e alla necessità di introdurre regole più rigorose ispirate al bene comune. Termini come fiducia, società (capitale sociale) ed etica sono, di conseguenza, usati per ispirare ed orientare valori positivi come elementi correttivi nel sistema delle relazioni sociali e propedeutici per il conseguimento del citato bene comune.

Questi termini, così spesso invocati, non ispirano tuttavia più, in modo naturale come un tempo, il valore positivo a cui erano tradizionalmente legati. Oggi sembra meno immediata una loro declinazione in quel senso e la loro interpretazione si presta ad un uso spesso strumentale contribuendo a dare una maggiore ambiguità alla loro evocazione. Emblematico è, a tale proposito, il termine etica/o: la sua etimologia deriva dal greco antico 'ethos', che stava a significare il posto dove l'uomo realizza la sua felicità (stare bene). L'azione dell'uomo diventava etica nella misura in cui realizzava le condizioni sociali per raggiungere la felicità e nel tempo questa felicità era stata sempre associata a una dimensione fisica e metafisica da realizzarsi il più possibile in modo comunitario (il bene comune). Ora questa felicità sembra essere ricondotta prevalentemente a una esclusiva dimensione fisica da realizzarsi tramite un uso strumentale e personalizzato di beni materiali (il bene individuale). Il termine 'etico' sembra essere ora declinato, nella pratica, verso una propensione all'individualismo e non verso l'altruismo; allo stesso modo i termini 'società' e 'fiducia' tendono ad avere più un'interpretazione economicistica, strumentale e opportunistica e sempre meno si riconducono a un associazionismo fondato su una forma di fiducia reciproca che ha come fine il bene comune. Si è venuta a creare nel tempo una società caratterizzata da una visione del comportamento umano molto orientato al breve periodo e a forme di individualismo conflittuale da realizzarsi anche a costo di normalizzare comportamenti illeciti che hanno indotto una crescente disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza.Le radici di questo modello sociale hanno fondamenti lontani proprio nel terreno della speculazione, presto dimenticata, a partire da Kant con l'enunciato dell'autocritica e dall'idealismo tedesco con l'affermazione dell'infinita libertà dell'uomo nella sua autorealizzazione tramite il dominio del mondo naturale che così in modo sempre più tecnico diventa il materiale e la miniera dell'umanizzazione. Si è formato un modello culturale in cui il principio di verità tende a coincidere con il mondo dei sensi e a declinare e orientare l'azione dell'uomo in un interesse opportunistico e materiale di breve periodo lasciando sempre più spazio all'avidità aggressiva e genetica dell'animo umano. Il ruolo delle scienze esatte, la tecnica, in questo modello socio-culturale, ha assunto una dimensione di sapere morale e autoreferenziale, essere cioè bene in quanto tale. L'economia e la finanza di conseguenza, come sapere morale, hanno giustificato una crescente attenzione alle loro regole come fine ultimo subordinando a esse i criteri di valutazione di una società e delle singole persone. L'uomo ha paradossalmente creato un mezzo che continua a mantenere sempre più autonomo ed indipendente da lui.

Ma le cause della crisi attuale, allora, sono da ricondursi a un cattivo uso dell'economia e della finanza o al sistema di valori che caratterizza la nostra società? Nel primo caso le risposte si cercano con provvedimenti meccanicistici esterni alla società; nel secondo caso ci si deve invece chiedere come riorientare il sistema di valori e di condotta delle persone in modo che i termini fiducia, etica e capitale sociale possano tornare a essere declinati in modo da ricomporre una società più solidale e orientata a un bene comune realizzato e non solo dichiarato.