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Come conciliare ambiente e commercio

, di Laura Fumagalli
Il 19 e il 20 ottobre, in Bocconi, l'evento dell'Euro-Latin Study Network on Integration and Trade (ELSNIT)

'Green economy', parola d'ordine degli anni Duemila, era un concetto sconosciuto nel 1947, anno in cui 23 Paesi firmarono il General Agreement on Tariffs and Trade (GATT) per regolare il commercio internazionale. La questione ambientale non era la prima preoccupazione del GATT, così come non lo è diventata nel 1995 con l'istituzione della World Trade Organization (WTO). Ora, in una fase particolarmente critica per le sorti del pianeta, si pone il problema della mancanza di un'intesa internazionale che fornisca delle linee guida per conciliare le esigenze della competitività economica e quelle della salvaguardia ambientale.

'Trade and Climate Change' è il tema della X Conferenza Annuale dell'Euro-Latin Study Network on Integration and Trade (ELSNIT) organizzata congiuntamente dai centri di ricerca dell'Università Bocconi IEFE, KITeS e Paolo Baffi per venerdì 19 e sabato 20 ottobre.

"A tutt'oggi, a causa della mancanza di un'intesa internazionale", spiega Gianmarco Ottaviano, vice direttore del Centro Paolo Baffi, "corriamo il rischio di un conflitto di interessi che può compromettere sia l'efficacia delle politiche contro il cambiamento climatico, sia i potenziali profitti della specializzazione attraverso il commercio". "Scopo della decima conferenza dell'ELSNIT", conclude Ottaviano, "è proprio contribuire a questa intesa".

Dopo il saluto introduttivo di Ottaviano, al quale sarà affidata anche la chiusura dei lavori, sarà la volta del keynote speech di Patrick Low, Chief Economist della WTO, dal titolo The International Climate Change and Trade Regimes: In Search of Compatibility. A seguire, la presentazione dei paper.

Il network ELSNIT, fondato nel 2002 dalla Inter-American Development Bank (IDB), ha l'obiettivo di contribuire alla ricerca e al dibattito internazionale sulle tematiche relative all'integrazione e al commercio in America Latina, attingendo dalla ricca esperienza europea. Tra i membri del comitato direttivo figurano centri di ricerca europei di livello internazionale quali il francese Centre d'Etudes Prospectives et d'Informations Internationales (CEPII), il tedesco Kiel Institute for the World Economy (IfW), lo spagnolo Institut Barcelona d'Estudis Internacionals (IBEI), l'inglese Centre for Economic Policy Research (CEPR) e gli italiani European University Institute (EUI), di Firenze, e KITeS Bocconi di Milano.

Programma dell'evento

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