Ciak, si produce
Il suo sogno è fare cinema, non come attore, ma come produttore. Ci tiene a precisarlo subito Gian Mario Boncoddo, studente del secondo anno del corso di laurea specialistica Cleacc in Bocconi. Ventiquattro anni e le idee già chiare su quello che sarà il suo impegno professionale per realizzare il suo sogno. "So che il mondo del cinema non è facile. Milano poi non è la città ideale, un po' più Roma, ma è soprattutto all'estero, Stati Uniti e Gran Bretagna, che l'offerta di lavoro è più strutturata". Partendo da questa consapevolezza Gian Mario ha iniziato a porre le basi già ai tempi del liceo, un po' per caso. Era il 2002, quando decise di partecipare al concorso bandito dall'associazione Cinemavvenire. Concorso che vinse per il miglior tema svolto sul cinema. Partì così per 15 giorni alla volta di Venezia durante il festival del cinema dove, tra le altre cose più organizzative, si occupò di redigere recensioni per il Daily, il giornale dell'associazione. "Fu un'esperienza esaltante", racconta Gian Mario. "Guardare tutte le pellicole richiedeva uno sforzo notevole e quindi mi indirizzavo verso quelli che difficilmente avrebbero trovato distributori in Italia. Fu lì che mi accorsi di iniziare a guardarli con un occhio più critico". Ovvero, guardare il film e andare oltre le emozioni. Comprendere le scene come sono state realizzate, l'impegno e l'utilizzo degli attori da parte dei registi, insomma, avere un occhio più razionale. Le passerelle degli attori? "Non ci sono mai andato, mi interessava altro".
Da quel giorno passo dopo passo, si è occupato di far crescere questa sua passione. Si iscrisse in Bocconi al Cleacc, il corso di laurea in economia per le arti, la cultura e la comunicazione, che da la possibilità di acquisire conoscenze utili anche a chi vorrà per lavoro diventare produttore: sapere cosa è un budget, come investirlo, come gestirlo, utilizzare e scovare gli sponsor, trattare le paghe degli attori ecc.
Accanto allo studio, sempre il lavoro sul campo a cominciare dalla collaborazione al Mittelfest, festival di danza, cinema, musica e teatro, che si tiene ogni estate a Cividale del Friuli, cittadina longobarda vicina a Monfalcone, città di nascita di Gian Mario. "Conoscevo l'assistente alla direzione artistica, fu lui a invitarmi a collaborare. Ero il trait d'union tra il direttore artistico e gli artisti da una parte e l'ufficio stampa dall'altra. Così ho conosciuto Bebo Storti e Moni Ovadia che era appunto il direttore artistico del festival, una vera emozione!".
Ultima esperienza, nell'estate del 2006 per l'organizzazione della Notte Bianca di Porta Romana. "Qui mi sono sentito più maturo. C'è stato un lavoro di squadra molto intenso: c'era chi si occupava delle sponsorizzazioni, chi dei rapporti con le istituzioni. Io mi sono occupato del cartellone musicale, la scelta degli artisti, la contrattazione del cachet, l'ospitalità, ecc. Qui ho veramente messo in pratica quello che avevo acquisito attraverso l'esperienza sul campo e lo studio".
Un piccolo dubbio sul futuro? Arte contemporanea o cinema? Venne durante un campus abroad a Los Angeles, organizzato dalle Relazioni internazionali della Bocconi. Tornato a Milano ho visto Babel, attualmente candidato all'Oscar come miglior film, e ho risolto. Cinema in assoluto. Così tra un libro e un altro la pausa gli piace passarla non tanto al bar, ma davanti al grande schermo. "Di pomeriggio amo andare a guardarmi un film anche da solo, magari quelli più impegnati, il cinema indipendente d'autore. Alla sera solo con gli amici, quelli a cui propina come battesimo il Grande Lebowski.