Chiara, ritratto di una bocconiana
"Non sono figlia di un avvocato. Neanche di laureati. Ho frequentato scuole statali. Quando ero piccola la mia famiglia non viaggiava all'estero. Andavamo ad Albissola dalle suore, tutte le estati. Non ho una borsa firmata. Non l'ho mai avuta, e non l'ho mai desiderata. I miei genitori erano scettici quando ho detto di voler fare il liceo. A diciotto anni andavo a scuola in macchina, ma con due sacchi di cemento nel bagagliaio perché la macchina non aveva il sedile posteriore e perdeva aderenza in curva. Prima volevo fare l'ingegnere, poi la professoressa di matematica, la giornalista, la libraia, il magistrato".
Si descrive così Chiara, la studentessa Bocconi che, nel suo blog Diario di una bibliomane, ha saputo comunicare lo stato d'animo di tanti bocconiani di fronte alla notizia, diffusasi ieri, che una manifestazione di protesta avrebbe raggiunto, anzi "assaltato", oggi la Bocconi.
Nel suo post Chiara, attraverso la descrizione della "normalità" sua e di tanti suoi compagni, riesce a far avvertire sia lo sconcerto per la notizia, sia un orgoglio identitario che, a giudicare dalle decine di commenti, sembra essere condiviso da molti suoi compagni. "La Bocconi non è il paradiso né l'inferno, ma è uno dei pochi luoghi in Italia che riesce a dare ai giovani l'orgoglio di un'identità", sostiene la studentessa.