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Care to Action: allearsi contro il cancro, a partire dalle persone

, di Diane Orze
Un’installazione esperienziale per scoprire il ruolo che ognuno di noi può giocare nella lotta al cancro. Un percorso tra prevenzione, innovazione e scelte condivise, alimentato dalla ricerca Bocconi

Cosa significa davvero combattere il cancro? Non è solo una questione medica. È un percorso umano, collettivo, fatto di scelte pubbliche e private, di innovazione e ascolto, di politiche e relazioni. Su questa consapevolezza si fonda Care to Action – Connecting Solutions for Beating Cancer, il nuovo progetto di divulgazione dell’Università Bocconi che verrà presentato in occasione di Meet Me Tonight 2025 (26/27 settembre).

Un’esperienza pensata per accompagnare i visitatori lungo il “viaggio” che ogni persona può compiere – o ha già compiuto – nel proprio incontro con il cancro: come paziente, come caregiver, come cittadino. Una journey fisica e simbolica, che mette al centro la persona e mostra come la lotta al cancro sia un’alleanza trasversale, che coinvolge individui, famiglie, medici, istituzioni e società civile.

“La ricerca deve dialogare con la società su temi che ci riguardano tutti. Care to Action nasce per mostrare, in modo concreto e accessibile, il valore che un approccio multidisciplinare può avere nel trasformare la cura e la prevenzione in strumenti davvero inclusivi e centrati sulle persone,” spiega Elena Carletti, Prorettrice alla Ricerca dell’Università Bocconi.

Un percorso tra scienza e umanità

Ideata in collaborazione con la design company Logotel, l’installazione accompagna il pubblico attraverso le diverse fasi dell’esperienza oncologica: dalla prevenzione all’alfabetizzazione sanitaria, dallo screening precoce ai trattamenti, fino alla gestione della condizione post-terapia. Ogni tappa è arricchita da testimonianze scientifiche, domande aperte e strumenti di riflessione, in un format accessibile anche a famiglie e studenti.

A sostenere il percorso è il lavoro di ricerca di un team di docenti Bocconi attivi su diversi fronti. Francesca Buffa, Full Professor in Computational Biology, mostra come l’intelligenza artificiale possa supportare diagnosi più tempestive e terapie personalizzate. Andrea Tangherloni, Assistant Professor in Computing Sciences, si concentra sui modelli matematici come strumenti predittivi per migliorare il lavoro clinico quotidiano.

Sul versante delle policy sanitarie, Marianna Cavazza (Associate Professor of Practice di Health Policy, CERGAS Bocconi) indaga come integrare in modo efficace tutte le fasi della cura, promuovendo il dialogo tra pazienti, familiari, professionisti e istituzioni. Oriana Ciani (Associate Professor of Practice Health Economics and HTA, CERGAS Bocconi) amplia lo sguardo a temi cruciali come l’accessibilità alle terapie, il benessere psicologico dei pazienti e il ruolo attivo di chi vive la malattia nel processo decisionale.

Ricerca, ascolto, partecipazione

Care to Action non è una mostra da guardare passivamente. È un invito a prendere posizione. Ogni visitatore può toccare con mano i progetti che la Bocconi sta portando avanti per innovare il sistema sanitario in modo partecipativo: studi come CINDERELLA o SHAREVIEW, che aiutano le donne con tumore al seno a compiere scelte più consapevoli; iniziative come HI-PRIX o Oncologia di Precisione, che mirano a rendere le tecnologie sanitarie accessibili; o ancora programmi come PRO4ALL, LuCapp e SAGITTARIUS, che valorizzano il punto di vista dei pazienti nella valutazione dell’efficacia delle cure.

A ogni progetto corrisponde una “cartolina” informativa che i visitatori potranno raccogliere lungo il percorso: un gesto semplice per portare con sé un frammento di conoscenza, e magari condividerlo.

Una lotta condivisa

Lontano da ogni retorica eroica, Care to Action restituisce complessità e profondità al tema della malattia oncologica. La persona non è più un paziente passivo, ma un soggetto attivo in dialogo con una rete di attori – medici, infermieri, associazioni, policymaker, famigliari e amici. Perché in questa sfida nessuno è davvero da solo. E ciascuno, con il proprio ruolo, può fare la differenza.

Perché il cancro ci riguarda tutti. Ma la risposta può e deve essere collettiva. E inizia da qui.

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