Cacciatori di virus alla Bocconi
Quando è partito, a giugno 2008, il progetto Flumodcont, finanziato dall'Unione europea, si proponeva di modellizzare la diffusione di un'eventuale pandemia influenzale e valutare efficacia e costi delle forme alternative di intervento. L'idea dei dieci centri di ricerca europei (tra cui il Dondena della Bocconi) che vi partecipano era quella di fornire agli amministratori europei gli strumenti per sviluppare politiche di contenimento basate su dati certi e dai costi sociali ragionevoli. Il riferimento empirico era l'influenza aviaria, i cui focolai, dal 1997 al 2007, avevano fatto 172 morti nel mondo.
Alessia Melegaro |
Quando, la scorsa settimana, i ricercatori si sono incontrati alla Bocconi per l'ultimo dei meeting di aggiornamento del progetto, "la situazione era radicalmente cambiata", spiega Alessia Melegaro del Centro Dondena per la ricerca sulle dinamiche sociali della Bocconi. "La pandemia influenzale, nella forma del virus A/H1N1v, ha preso corpo, e noi abbiamo cominciato a lavorare sui dati reali, che si susseguono di settimana in settimana. Il progetto, da puramente teorico che era, si è parzialmente trasformato in un progetto di servizio, a supporto del lavoro dello European centre for disease prevention and control, l'agenzia dell'Unione europea che coordina la sorveglianza sanitaria europea, che ha utilizzato i primi risultati del progetto per stimare i parametri che caratterizzano questo ceppo: la forza dell'infezione, la velocità di propagazione e così via".
Dopo la costruzione del modello europeo di propagazione della pandemia, la seconda finalità del progetto è di valutare le forme di intervento più efficaci: che utilità e che costi economici e sociali possono avere l'isolamento, le vaccinazioni, la chiusura delle scuole o dei luoghi di lavoro, la profilassi antivirale?. "Da questo punto di vista c'è stato poco tempo per lavorare sulla pandemia attuale", ammette Melegaro, "anche perché, con lo svolgersi della pandemia, ci si è resi conto dell'incertezza che ancora circonda molti dei parametri epidemiologici critici...". Il nostro lavoro è stato comunque di aiuto per i policy decision maker nei diversi paesi Europei perché ha permesso di confrontare l'impatto che diversi programmi di contenimento avrebbero avuto sui tempi di diffusione e sulle dimensioni finali della curva pandemica".
Il contributo del Centro Dondena si esplicita in due aspetti del progetto: la costruzione di una matrice dei contatti (ovvero una stima del numero di contatti fisici che ognuno ha nel giro di una giornata, una dato che varia sorprendentemente a seconda del contesto nazionale), da inserire nel modello europeo di propagazione della pandemia, e l'analisi economica delle strategie di intervento. "Mentre il primo lavoro è pressoché concluso", dice ancora Melegaro, "con il secondo siamo agli inizi. Il tutto viene affinato di giorno in giorno con i dati sulla pandemia e siamo certi che il nostro lavoro sarà utile per il futuro".