Alberto, di giorno fotografo, di notte gallerista
Degli anni dell'università, quando frequentava amministrazione e controllo alla Bocconi, Alberto Lavit ricorda in particolare due cose: la prima è che fu in quel periodo che l'interesse per la fotografia nato al liceo si trasformò in vera passione. La seconda è che proprio gli studi economici gli furono molto utili in entrambi i mestieri tra i quali divide la sua vita: di giorno, quello di fotografo, di sera, quello di gallerista.
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Alberto Lavit |
Alberto Lavit, varesino classe 1956, si laurea presso l'ateneo di via sarfatti nel 1981, con una tesi di amministrazione e controllo incentrata su alcune imprese della sua zona, ma già pensa alla strada della fotografia, che aveva iniziato a praticare seriamente facendo da assistente a Gigi Soldano, oggi nome conosciutissimo nel mondo del motomondiale e autore di molti degli scatti a Valentino Rossi. Lavit si lancia e diventa professionista nell'82, con un suo studio. E per far quadrare i conti, diventa fondamentale il bagaglio appreso in Bocconi: "Mi ha dato quell'impronta necessaria per gestire i rapporti con i clienti e gli aspetti di promozione del mio lavoro, ma anche per interpretare al meglio le necessità delle aziende committenti". Proprio nel mondo delle imprese, infatti, come fotografo industriale e pubblicitario, Lavit naviga per anni, realizzando anche still life per Versace, Versus, Krizia, Paciotti e ritrattistica di moda e beauty. In trent'anni di lavoro, Lavit vede cambiare profondamente il mondo della fotografia pubblicitaria: "Rispetto al passato, le aziende sono meno propense a investire in questo aspetto della pubblicità, tagliando tra l'altro i costi legati all'ingaggio delle agenzie pubblicitarie. Con l'avvento del digitale, poi, la tendenza delle aziende è sempre più quella di affidarsi alle banche dati di immagini low cost". Il risultato è duplice: da un lato, un decadimento della qualità del prodotto finale, dall'altro, la necessità, per il fotografo, di sviluppare una grande capacità imprenditoriale. "E anche in questo", ammette Alberto Lavit, "la mia formazione è stata fondamentale nel capire come indirizzare gli investimenti". L'idea è stata di affiancare alla sua attività di fotografo anche quella di gallerista, allestendo nel 2007 uno spazio che fosse il più poliedrico possibile, che fungesse sia da studio fotografico, sia da galleria d'arte contemporanea, sia da location per eventi: "Frequentare molti artisti durante la mia attività di fotografo ha fatto sbocciare l'amore per l'arte contemporanea e mi è piaciuto pensare a una seconda svolta nella mia vita". Oggi Lavit vede un mercato dell'arte sempre più polarizzato agli estremi: "Verso chi ha le case piene e i portafogli vuoti, che cerca pezzi a buon mercato e di piccole dimensioni, e verso quella fetta di clientela senza alcun problema di budget. Sta sparendo la clientela media". In questo periodo Alberto ospita una doppia mostra dell'artista genovese Giuliano Tomaino, una all'interno dello Spazio Lavit, l'altra nella piazza Montegrappa a Varese, sotto l'egida dell'architetto Mario Botta. E non ha perso i contatti con Gigi Soldano: "Abbiamo allestito una mostra con le sue foto di Rossi tratte dal volume It's been a great race!, realizzato quando il pilota ha lasciato la Yamaha". E Vale? "È venuto anche lui a vederla...", confessa Lavit.