
AI, sicurezza e diritti: una nuova frontiera per lo Stato di diritto
In che modo l’intelligenza artificiale sta cambiando il volto della sicurezza nazionale? E a quale prezzo, in termini di diritti umani e principi costituzionali? Il volume Artificial Intelligence, Counter-Terrorism and the Rule of Law. At the Heart of National Security, appena pubblicato da Edward Elgar e scritto da Arianna Vedaschi e Chiara Graziani del Dipartimento di Studi Giuridici dell’Università Bocconi, affronta con rigore e chiarezza queste domande cruciali.
La premessa è ben nota: la tecnologia, soprattutto quella basata su algoritmi di intelligenza artificiale, è un’arma a doppio taglio anche nel campo della sicurezza. Da un lato, fornisce strumenti potenti ai terroristi per reclutare potenziali adepti, radicalizzarli e organizzare attacchi; dall’altro, rappresenta una risorsa fondamentale per le autorità pubbliche nel prevenire e reprimere le minacce terroristiche. Questa duplice natura pone sfide nuove e complesse per le democrazie che si reggono sulla rule of law.
Il difficile equilibrio tra sicurezza e libertà
Uno degli aspetti centrali del libro è proprio l’analisi della tensione tra sicurezza nazionale e tutela dei diritti umani. Quando l’uso delle tecnologie diventa massiccio, spiegano le autrici, si rischia di esacerbare la già difficile relazione tra libertà e sicurezza; infatti, con l’intelligenza artificiale che assume il ruolo di “terzo attore” si amplificano gli effetti collaterali sulle libertà fondamentali come quella di espressione, privacy, e protezione dei dati personali.
Inoltre, le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale non solo accelerano le decisioni, ma assumono anche autonomia rispetto agli operatori umani. È qui che la distinzione fra automazione e autonomia diventa cruciale: mentre gli strumenti automatici seguono istruzioni precise degli operatori, gli algoritmi autonomi prendono decisioni basate su un ragionamento non necessariamente prevedibile né completamente controllabile. Questo, secondo Vedaschi e Graziani, rappresenta una sfida particolarmente impegnativa per il diritto, poiché mette in discussione principi fondamentali come la non discriminazione e la presunzione di innocenza.
Un’analisi comparata in due atti
Il libro è strutturato in due parti complementari. Nella prima, le autrici esplorano dettagliatamente come le organizzazioni terroristiche stiano sfruttando tecnologie avanzate per rafforzare la loro capacità operativa. Nella seconda parte, l’attenzione si sposta sul modo in cui le stesse tecnologie possono essere impiegate dalle istituzioni pubbliche per contrastare tali minacce. Il testo utilizza un approccio comparativo, esaminando principalmente esperienze di democrazie occidentali, tra cui Stati Uniti e Unione Europea, con attenzione specifica al caso britannico post-Brexit e alla collaborazione internazionale nel campo della sicurezza.
Diritto e tecnologia: una coevoluzione necessaria
L’opera pone una questione fondamentale: come può il diritto adattarsi efficacemente a queste innovazioni tecnologiche, senza sacrificare i valori che costituiscono il cuore della democrazia liberale? Secondo Arianna Vedaschi e Chiara Graziani, solo con un’analisi interdisciplinare e un dialogo costante che colleghi diritto, tecnologia e scienze sociali si può affrontare seriamente il problema di bilanciare sicurezza, tecnologia e diritti umani nell’era dell’intelligenza artificiale.