Zii d'Italia, siete sempre voi i padrini preferiti
Nonostante il processo di secolarizzazione nelle società occidentali, l'atto rituale del battesimo ha mantenuto la sua importanza nei paesi cattolici, e non solo. Se la proporzione dei bambini battezzati è diminuita quasi ovunque nel corso degli ultimi 20 anni, si è trattato di un declino lento e parziale. Non c'è da sorprendersi, in primo luogo perché i riti di passaggio sono quelli a cui le società umane si sentono più legate e in secondo luogo perché la secolarizzazione non implica la fine di ogni esigenza rituale. In altre parole, la "domanda di religione" non coincide esattamente con la "domanda di ritualità", e anche chi dichiara di non appartenere ad alcuna confessione religiosa spesso vuole marcare i momenti fondamentali della vita ricorrendo allo strumento del rito.
In Italia e nelle società cristiane in generale, il battesimo è il rito della nascita e, in quanto tale, è impiegato per segnare un evento vitale fondamentale per ogni famiglia: l'arrivo di un nuovo nato. È però anche il momento in cui i genitori del battezzando operano scelte rivelatrici delle proprie relazioni, o 'aspirazioni', sociali. Tali scelte consistono nella selezione del padrino e della madrina di battesimo. Fino ad oggi, i padrini sono stati studiati raramente, e quasi solo in una prospettiva storica. Noi ci siamo proposti, invece, di studiare le norme sociali che regolano attualmente la selezione dei padrini, in una prospettiva comparativa a livello europeo. Per il caso italiano, in particolare, abbiamo fatto ricorso a un'indagine condotta su un campione di circa 700 studenti della Bocconi nati nel decennio 1981-1991, cui è stato sottoposto un questionario relativo ai loro padrini e madrine e alle circostanze del battesimo. Sulla base di questo campione, è risultato evidente che vi è un modello dominante nella scelta dei padrini, senza grandi differenze tra Nord e Sud. I padrini sono in larga maggioranza dei parenti (86% dei padrini, 85% delle madrine); tra gli altri, spiccano gli amici dei genitori (13,3% dei padrini; 14,7% delle madrine) mentre figure quali colleghi, vicini e datori di lavoro sono minoritarie. Per inciso, va rilevato che la pratica di scegliere dei parenti quali padrini è abbastanza recente, divenendo prevalente solo dopo la Seconda guerra mondiale. Se guardiamo più da vicino quali parenti vengono selezionati, scopriamo che si tratta per la maggior parte degli zii dei battezzati (53,6% dei padrini; 50,2% delle madrine), seguiti a distanza dai nonni, dai cugini e poi da parenti sempre più lontani. L'analisi statistica delle scelte, tenuto conto della composizione della famiglia al momento del battesimo e dei padrini e madrine attribuiti a fratelli e sorelle maggiori dei nostri intervistati, mostra come il modello di scelta dominante richieda di selezionare gli zii, se presenti, appena possibile. Solo se non vi sono zii, o se sono già stati attribuiti a figli nati in precedenza, i genitori si sentono liberi di operare scelte diverse. Da un punto di vista demografico, si tratta di una conclusione assai interessante in quando ci troviamo di fronte a un sistema di comportamenti sociali che è certamente destinato a mutare nel futuro prossimo. Infatti, la selezione dei padrini, così come molti altri aspetti della nostra società, sarà influenzata pesantemente dai bassissimi livelli di fecondità che hanno caratterizzato l'Italia negli ultimi anni. In un paese di figli unici, gli zii e le zie sono destinati a estinguersi, e le norme sociali che oggi regolano il padrinato diverranno insostenibili. Si tratta di aspetti che suggeriscono che andrebbe prestata più attenzione alle implicazioni 'relazionali' del mutamento demografico.