Vincere la sfida con voucher o soldi
Nella nostra società la fame è considerata un'insostenibile forma di deprivazione, che nessuno dovrebbe soffrire. Abbandonate le teorie malthusiane, soddisfare il fabbisogno alimentare di tutti è un sogno realizzabile e neanche troppo costoso. Eppure la malnutrizione è ancora diffusa e quando le persone non hanno lavoro e non possono coltivare terreni che offrano abbastanza nutrimento devono affidarsi ai trasferimenti sociali.
Tradizionalmente si sono preferiti i trasferimenti in natura, anziché in denaro, per via di una visione paternalistica che vuole incoraggiare il consumo dei beni trasferiti. L'idea è che fornendo cibo o voucher per acquistare determinati prodotti, chi li riceve aumenterà il consumo di questi beni, mentre il denaro potrebbe essere speso in vizi o beni non socialmente desiderabili.
Ma che cosa suggerisce la ricerca? I risultati di una nuova ondata di esperimenti randomizzati cominciano ad apportare evidenze robuste al dibattito.
I primi contributi hanno studiato i trasferimenti sottoposti a condizioni in America Latina. Diversi esperimenti sul campo hanno dimostrato che i trasferimenti in denaro possono promuovere comportamenti salutari e investimenti in istruzione quando sono legati a strette condizioni (per esempio la visita a un ambulatorio una volta al mese o l'iscrizione dei bambini alla scuola). In alcuni casi, anche quando non ci sono forme di controllo, le persone modificano il loro comportamento nella direzione attesa se gli si dice che il denaro dovrebbe essere utilizzato in un certo modo (Najy Benhassine e altri sui trasferimenti per istruzione). Ma i risultati sono ancora limitati e non sappiamo come sarebbe andata senza l'imposizione di condizioni.
➜ Cosa dimostrano gli studi
Sono ormai diversi gli studi che randomizzano il modo in cui sono trasferite le risorse. Jesse Cunha in Messico ha studiato un programma che randomizza se, a livello di villaggio, i trasferimenti sono ricevuti in natura, in denaro o non ricevuti affatto. Intanto, osserva che i due tipi di trasferimento aumentano il consumo di cibo e le calorie assunte e il denaro viene solo raramente speso in vizi. Inoltre si evidenziano piccole differenze nella composizione dei consumi, ma non sul consumo totale di cibo.
In Ecuador, Melissa Hidrobo e altri rilevano che i trasferimenti in natura determinano un più forte aumento dell'assunzione calorica, concentrato nei beni trasferiti, ma anche i risultati dei trasferimenti in denaro sono abbastanza buoni, con il vantaggio di un miglior rapporto tra costo e risultato. Nella Repubblica Democratica del Congo Jenny Aker rileva che le famiglie possono effettivamente rivendere parte dei beni trasferiti, con il risultato che voucher e denaro hanno effetti simili. Qualcosa di analogo è osservato da John Hoddinott e altri nel Niger.
➜ il costo dei trasferimenti
Il piccolo vantaggio dei trasferimenti in natura deve essere valutato alla luce dei costi. Un costo è a carico dei destinatari, che preferiscono i trasferimenti in denaro perché non determinano lo stesso stima sociale e lasciano maggiore libertà di scelta, ma il costo maggiore è quello di trasporto e distribuzione del cibo. Quando si considerino questi aspetti, i trasferimenti in denaro si fanno preferire, soprattutto in contesti a inflazione contenuta, in cui i trasferimenti non perdono continuamente valore, dove il mercato alimentare funziona relativamente bene e le persone possono acquistare cibo senza difficoltà, dove la corruzione non rende il trasferimento di denaro più complicato di quello di cibo e dove l'accesso al sistema finanziario per la distribuzione non è difficoltoso.
L'agenda di ricerca per il futuro è ricca. Quanto gli effetti differenziali dei trasferimenti in natura dipendono dai gusti, dai livelli di impazienza o dalle diverse preferenze all'interno delle famiglie? È possibile prevedere in quali contesti i cibi trasferiti possono determinare la sostituzione di altri consumi o persino una riduzione dei consumi complessivi? Quali sono gli effetti di lungo periodo del consumo dei cibi arricchiti di componenti nutrizionali che vengono trasferiti? Bastano a compensare il maggior costo dei trasferimenti in natura?
Sono tutte domande importanti, le cui risposte possono contribuire a un dibattuto essenziale nella lotta contro la fame.