Vacanzeinitalia.it? File not found
di Rodolfo Baggio
Master in economia del turismo Università Bocconi
Le information and communication technologiessono comunemente ritenute un fattore abilitante per lo sviluppo economico e sociale e nel settore del turismo giocano un ruolo ancor più importante. Negli ultimi anni si è assistito a una crescita esponenziale del loro uso e oggi non c'è operatore turistico che non ne conosca meriti e potenzialità.
Il mercato online ha raggiunto proporzioni considerevoli (le ultime stime parlano infatti di oltre il 50% del mercato del turismo negli Usa e di circa il 13% in Europa) e continua a crescere.
Il nostro paese, tuttavia, segna il passo. A fronte di una diffusione di Internet fra gli utenti che ci vede ai primissimi posti al mondo, terzi in Europa stando alle ultime ricerche nel campo, si registra una carenza significativa per quanto riguarda l'offerta e il mercato del turismo online. I quasi 2 miliardi di euro del 2006 sembrano ben poca cosa rispetto ai fatturati generati in altri paesi.
Molte le indagini e le riflessioni sui motivi di questo ritardo, che rischia di penalizzare ulteriormente il turismo italiano. Analisi sofisticate e approfondite portano a un quadro abbastanza complesso.
Da una parte troviamo il settore pubblico (Apt, agenzie regionali, assessorati ecc.), che compie sforzi mirabili per favorire la comunicazione e la promozione online delle nostre risorse.
Lo fa con risultati onorevoli e molti concordano nell'assegnare a questo settore un posto di primo piano, con offerte qualitativamente buone e a livello di quanto si fa nel resto del mondo. Ma la sua proposta è quasi esclusivamente sulle aree di informazione e promozione, utilizzando i siti web per attrarre i navigatori verso le località turistiche e le città d'arte. Regioni, province e agenzie di promozione sanno informare bene, possiedono e sanno gestire materiale importante per quantità e qualità, ma non si occupano di vendere. Il compito è lasciato, per norma o per abitudine, agli operatori privati.
Questi, però, che rappresentano il cuore del sistema turistico, nella stragrande maggioranza dei casi non sembrano aver ancora compreso quei meccanismi fondamentali che possono portare a risultati degni di nota.
Certo le piccole dimensioni, i problemi di infrastruttura e la scarsa disponibilità di risorse non favoriscono l'approntamento di progetti efficaci. Il risultato è un insieme eterogeneo di proposte, con una assoluta prevalenza di brochure online, con pochi contenuti di stampo prettamente pubblicitario e con scarsa attenzione all'interattività verso l'utente. Le poche realizzazioni di successo, anche commerciale, presenti sono insufficienti a garantire un buon ritorno per il sistema turistico italiano nel suo complesso, e le più importanti di queste di italiano hanno solo un ".it" alla fine del loro indirizzo web.
La questione è abbastanza critica. La grande diffusione di Internet, soprattutto in certi paesi, fa sì che questo canale abbia un'importanza fondamentale nell'indirizzare viaggiatori e turisti verso destinazioni o strutture. I nostri mercati turistici principali (Germania, Usa, Regno Unito) hanno una percentuale di utenti Internet alta. È ovvio che la scarsa qualità nella presenza online rischia di dirottare i cyberutenti verso altre mete.
Un'analisi della situazione fa emergere, più che i motivi citati sopra, soprattutto una scarsa convinzione di fondo nell'utilizzo del canale elettronico e, soprattutto, ripropone quella carenza di collaborazione e di cooperazione fra le diverse entità che anche in campi più reali viene indicata come uno dei principali fattori di criticità del sistema turistico italiano.
E ciò è ancora più grave alla luce delle evoluzioni tecnologiche del futuro prossimo. L'applicazione delle tecnologie della telefonia mobile e delle connessioni wireless, e la diffusione di connessioni fisse a larga banda si fanno già sentire. Blog, newsletter, social networking, aggregatori rss, motori di ricerca condivisi stanno già modificando pesantemente i comportamenti, i gusti e le esigenze dei consumatori.
Nei prossimi tre-cinque anni, l'impatto di queste tecnologie sul settore turistico sarà ancor più marcato. Difficile trovare risposte semplici o ricette miracolose. E anche investimenti faraonici rischiano di essere sprecati se il tessuto connettivo del sistema turismo non è in grado di capire e di usare in maniera efficiente questi strumenti.
In questo senso, il ruolo che le istituzioni educative possono giocare riveste importanza strategica fondamentale. Ciò di cui si sente il bisogno non è tanto un corredo tecnico specialistico, importante ma relativamente semplice da acquisire, quanto piuttosto un insieme di competenze, idee e attitudini trasversali che sappiano coniugare e integrare le conoscenze tecniche con quelle culturali, di business e di comunicazione.
E, soprattutto, che sappiano fungere da punto di riferimento per sviluppare quelle logiche di aggregazione e di collaborazione che sono, oggi, un presupposto essenziale per creare una massa critica di risorse in grado di soddisfare l'esigente turista tecnologico.
Questo articolo è collegato al focus "Strade del vino, Italia-Francia 140-10"