Università & Alumni
Di fatto, qualcosa di forte unisce i Bocconiani, anche, e forse soprattutto, dopo la laurea. Al contatto con le difficoltà del mondo del lavoro, sapere di poter contare su altri bocconiani è una grande forza. Non solo quando, neolaureati, in una nuova città o in un nuovo paese, si cerca un aiuto per trovare casa, un suggerimento per cambiare lavoro, un volto amico per uscire la sera. Il valore di un network è forte soprattutto quando ci sono dei valori condivisi, quando incontrarsi vuol dire non smettere mai di crescere, come professionisti e come persone. I piccoli e grandi servizi che l'Università, tramite l'ufficio Relazioni con gli Alumni e l'Associazione Laureati, studia per i suoi ex studenti servono, fra le altre cose, proprio a sostenere questo sistema di relazioni, tra laureati fra loro e tra laureati e 'alma mater'. Si va dai servizi di sostegno al network in Italia e all'estero, alla gestione della banca dati dei laureati. Dalla casella di posta elettronica Bocconi alla mailing list con le ultime novità editoriali. Inoltre, chi vuole cambiare lavoro può rivolgersi al Career Service, consultare il notiziario con le offerte riservate ai Bocconiani, avere un colloquio di counselling per verificare percorso di carriera e obiettivi professionali. "Il nostro intento è certamente quello di migliorare costantemente gli strumenti al servizio dei nostri laureati, e fornire un supporto per fare network" dice Giovanni Pavese, consigliere delegato dell'Università Bocconi. "Ma in realtà, il rapporto tra laureati e università non è tanto fondato sui servizi, quanto su qualcosa di più profondo, su un legame nato con la Bocconi nel periodo in cui il laureato era studente in Università". "Per noi come Università - continua Pavese - i laureati sono importantissimi, perché sono il nostro 'biglietto da visita' nel sistema sociale ed economico. D'altra parte, per i laureati è fondamentale che la Bocconi mantenga alto il suo prestigio, perché questo mantiene molto alto anche il valore di quel 'pezzo di carta' che testimonia la loro formazione". E qui si apre un problema, perché l'Università, per mantenere alto il proprio prestigio, ha necessità di fare continui investimenti. Se si vuole competere a livello europeo e internazionale si deve avere una struttura di copertura finanziaria simile a quella delle università di maggior prestigio degli altri paesi. "Questo significa - spiega Pavese - che dobbiamo cercare di essere meno dipendenti da tasse e contributi. Tanto per fare un esempio, da noi le tuition fees da sole pesano per circa il 70-80% sui ricavi dei corsi di laurea. Negli altri paesi, le tuition fees delle università più prestigiose arrivano al massimo al 30-40%. L'altro 60% è coperto dallo stato (dove la presenza statale nelle università è molto forte), dal mondo economico e delle imprese, dalle associazioni non profit e anche, si noti, dagli ex allievi" Si tratta, insomma, di una questione "culturale" che richiederà tempo per diffondersi, ma verso la quale sarà inevitabile andare, per essere e rimanere competitivi a livello internazionale. "Quello che chiediamo - continua Pavese - è che i bocconiani mantengano memoria delle modalità con le quali si sono formati, di quanto hanno acquisito in Università e che ora sta probabilmente alla base del loro successo professionale. È in considerazione di questo che pensiamo che i laureati possano essere disposti ad aiutare la loro università. Potranno essere anche piccoli contributi, se presi singolarmente, ma che messi insieme potrebbero significare tantissimo per lo sviluppo e la competitività futura della Bocconi." Per quanto riguarda il mondo economico e industriale, si intravedono forti segnali di cambiamento di atteggiamento in questo senso: "Molti gruppi industriali e fondazioni dimostrano interesse verso il mondo universitario", conclude Pavese. "Sembrano disponibili a intervenire anche finanziariamente a fronte di programmi ambiziosi. La situazione sarebbe molto più chiara se l'attuale scenario congiunturale non fosse così poco brillante. Ma la volontà di contribuire, secondo me, c'è tutta". Bocconiani: il valore del network (testimonianze di Eugenio Amoroso e Paola Giannotti De Ponti) |