Una Giornata Bocconiana all'insegna dell'Europa
A soli undici giorni dalla firma, a Roma, della Carta Costituzionale europea, l'Europa non poteva non essere il tema dominante dell'inaugurazione del 103mo anno accademico bocconiano, che si è svolta il 18 ottobre scorso. La presenza sul palco, per l'occasione, di Valéry Giscard d'Estaing, presidente della Convenzione europea, ha sottolineato ulteriormente la profonda appartenenza della Bocconi all'Europa, pur mantenendo un forte legame con il proprio territorio.
"Ci sentiamo a pieno titolo Università europea, seppure con profonde radici a Milano e in Italia", ha infatti dichiarato il rettore, Carlo Secchi, nel suo intervento di apertura"e vogliamo rafforzare, soprattutto fra i nostri studenti, l'identità europea, affinché si sentano pienamente cittadini dell'Unione. Potremo così dare, attraverso la formazione della futura classe dirigente, il nostro contributo per un'Europa più coesa a vantaggio dei suoi cittadini e in grado di svolgere un ruolo adeguato a livello mondiale".
Grazie allo sviluppo di numerosi programmi didattici in inglese, gli studenti stranieri in Bocconi rappresentano ormai l'11,5% del totale e le collaborazioni e i progetti di ricerca con l'estero sono diventati numerosissimi: 123 le università partner, sei i desk regionali e dodici le "antenne" operative della Bocconi sparsi in tutto il mondo; inoltre è stato raggiunto un accordo per una doppia laurea con la Central European University – Business School di Budapest.
Contemporaneamente continuano a ritmo sostenuto le attività per contribuire a qualificare Milano come "città universitaria e della scienza": sono stati acquisiti altri edifici attorno all'area dell'università e prosegue la costruzione del nuovo complesso che completerà il "campus metropolitano" della Bocconi. "Restano tuttavia – ha puntualizzato il rettore – importanti problemi da risolvere, primo tra tutti quello delle strutture di accoglienza per gli studenti residenti fuori sede. E' necessario a tale proposito uno sforzo corale, che veda coinvolte le università milanesi e le istituzioni per trovare soluzioni anche innovative a tale problema".
Secchi ha poi evidenziato con orgoglio i primi risultati concreti dall'entrata in vigore della riforma universitaria: nelle sessioni estiva e autunnale si è infatti laureato il 72% degli studenti immatricolati tre anni fa, che rappresentano i primi ad aver completato il ciclo di studi undergraduate. Di questi, la grande maggioranza ha scelto di proseguire il percorso iscrivendosi a una delle lauree specialistiche appena lanciate, che hanno quindi avuto un avvio più che soddisfacente, attraendo anche numerosi studenti da altre università. Tutto questo – ha sottolineato Secchi – "nonostante i vincoli e le incongruenze dei Decreti ministeriali vigenti e che abbiamo più volte denunciato, ritenendoli in stridente contraddizione con i principi portanti della Riforma universitaria e con la stessa autonomia della università".
Un elogio è stato speso anche per evidenziare l'impegno della SDA Bocconi che, in questi anni di debole congiuntura economica, "è stata abile nel proporre iniziative innovative e nel mantenere la propria attività su livelli soddisfacenti", mostrando una reattività che le deriva da una profonda conoscenza del mercato.
Secchi ha infine tracciato un rapido bilancio delle attività che sono state realizzate durante il suo dicastero, prima di passare il testimone ad Angelo Provasoli, nuovo rettore della Bocconi a partire dal 1° novembre. Quattro linee strategiche hanno caratterizzato il suo mandato: le prime due, come già accennato, hanno riguardato, da un lato, "l'ulteriore sviluppo della proiezione internazionale della Bocconi, volto a un miglioramento della posizione relativa del nostro Ateneo tra le università europee, imprimendogli un orientamento stabile e sistematico verso l'Europa e il mondo intero"; dall'altro "il forte radicamento delle attività della Bocconi in Italia attraverso una intensa collaborazione con le istituzioni del nostro Paese, sia a livello locale che nazionale, con la società civile e la business community, oltre che con alcune università e centri di eccellenza". Un'ampia riorganizzazione della didattica, della ricerca e di tutta la dimensione accademica dell'Università e la preoccupazione di far convivere la dimensione quantitativa della Bocconi (una università con oltre tredicimila studenti) con il fondamentale requisito del perseguimento dell'eccellenza in tutti gli ambiti di attività, hanno rappresentato gli altri due obiettivi perseguiti.
Ricordando che "la sfida di sempre per la Bocconi è quella di essere al contempo una Università grande (nei numeri) e una grande Università (nella qualità e nell'eccellenza)".
Con la sua relazione il presidente della Bocconi, Mario Monti, ha riportato decisamente l'attenzione sul tema centrale della giornata, sottolineando i benefici etici che l'Unione Europea ha apportato agli stati membri. "Basti ricordare due cose – ha dichiarato Monti -: una, un'osservazione che Guido Carli ha fatto a proposito del trattato di Maastricht, e cioè che esso ha spostato il confine tra stato e cittadino a favore di quest'ultimo. La seconda: l'avere, l'Unione Europea, suggerito, se non imposto, ai propri stati membri, alcuni dei quali per tradizione dissipatori a danno delle generazioni future, di ristabilire un equilibrio di bilancio per costruire l'euro. Cosa che appare tecnica ma che è profondamente politica ed etica".
Monti ha poi ricordato l'appuntamento di Roma, per la firma di una Carta Costituzionale che " è al tempo stesso più corale ma anche più opera di un solista: più corale, perché per la prima volta è stato deciso che non ci fosse solo una trattativa fra governi ma ci fosse un ampio esercizio e partecipazione delle forze politiche e sociali. Più da solista, perché se per il Trattato di Roma del 1957, che segnò la nascita della Comunità Europea, si poteva parlare di Schumann, Adenauer, De Gasperi, Monnet, questa volta si deve parlare soprattutto di Valéry Giscard d'Estaing, che ha saputo sfidare il largo scetticismo che fin dall'inizio ha circondato la Convenzione".
Rivolgendosi direttamente a quest'ultimo, Monti lo ha personalmente ringraziato per avere recepito la sua insistenza sulla necessità che la nuova Costituzione, pur proiettata verso nuove conquiste – la politica estera, la difesa comune, gli affari interni e la giustizia – non dimenticasse tuttavia di continuare a coltivare i pilastri fondamentali della costruzione europea: il mercato unico e la concorrenza.
Ha infine concluso osservando che "l'Italia ha oggi una materia prima, per costruire l'Europa, in dose più abbondante rispetto aquella che c'è in Francia o in Germania. Questa materia prima, che è essenziale e che però non dobbiamo guastare – perché si può guastare facilmente –, è un'opinione pubblica favorevole all'Europa".