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Una corsia preferenziale per la ricerca

, di Fabio Todesco
Ferdinando Pennarola, presidente dell'Isbm, il consorzio di dieci business school europee e americane che gestisce l'International Teachers Programme, presenta i grandi trend internazionali della formazione

Ferdinando Pennarola

Se, negli ultimi 30 anni, i grandi cambiamenti nella didattica per i manager hanno avuto un centro, questo è l'International Teachers Programme (Itp), il programma di sviluppo delle abilità didattiche gestito dall'Isbm, un consorzio di dieci scuole di management europee ed americane, tra cui London Business School, Stern School of Business della New York University, Imd Losanna e Insead Fontainbleau. Da gennaio 2005, il presidente del consorzio è Ferdinando Pennarola, rappresentante della Sda Bocconi.

Domanda. Professor Pennarola, quali sono i temi caldi della didattica, nel 2005?
Risposta. Vedo due tendenze principali. Le scuole di management devono cercare di ottenere di più impiegando meno risorse e devono trovare una corsia preferenziale per trasferire tempestivamente i risultati della ricerca nei programmi per i manager.

Domanda. Intende dire che le scuole, oggi, dispongono di meno risorse?
Risposta. In questo caso la risorsa scarsa è il tempo. Negli ultimi cinque anni i programmi per manager stanno diventando più brevi, per assecondare una chiara domanda di mercato e finiscono per includere anche i fine settimana.

Domanda. C'è modo di superare il problema?
Risposta. Le scuole non possono rinunciare all'efficacia e al rigore, così devono utilizzare tecniche d'insegnamento ad alto impatto, come le simulazioni e i business game, una classe di strumenti denominati action learning. Questi non devono, comunque, rimanere fini a se stessi: i docenti li devono prima contestualizzare e poi razionalizzare, valutandone i risultati insieme ai partecipanti.

Domanda. E che cos'è la corsia preferenziale?
Risposta. Da una parte, la ricerca oggi è molto più complessa di qualche tempo fa, perché fa largo uso della matematica e di strumenti analitici mutuati da discipline con le quali i manager hanno scarsa familiarità – basti pensare alla finanza comportamentale. Dall'altra, la capacità di usare i risultati di ricerca nella didattica è una delle armi concorrenziali delle business school.

Domanda. In pratica, come si può fare?
Risposta. Si deve partire dalla progettazione dei programmi di ricerca. I programmi migliori, da questo punto di vista, sono quelli multidisciplinari, perché possono essere letti da angoli formativi diversi. In secondo luogo i temi devono essere attrattivi per la business community, in un equilibrio talvolta difficile con il rigore accademico. Infine, le scuole devono essere brave a divulgare i risultati delle ricerche. È per questo che i convegni tradizionali stanno andando in crisi.

Questo articolo è collegato al Focus: Bocconiani di cielo, di terra e di mare