Un vero hub internazionale a Milano
L'ucraina a Londra, il cinese a Parigi, l'italiana a Washington e il francese in Nuova Zelanda. Creata nel 2006 con quest'intento, la PhD school della Bocconi, con la sua gamma di 6 programmi di cui ben 5 interamente in inglese, si sta mostrando un vero punto di riferimento nel mondo dei dottorati, vibrante e internazionale, capace di attrarre studenti da tutto il mondo e di collocarli in importanti università, aziende e istituzioni internazionali.
"La scuola è sempre più una vera zona franca. L'anno scorso abbiamo ammesso 42 nuovi studenti da 19 paesi diversi," racconta Alfonso Gambardella, direttore della scuola. "Lo scopo qui è di attirare i migliori studenti da tutto il mondo, con una forte vocazione per la ricerca, accrescere la loro preparazione scientifica e prepararli a continuare nella carriera accademica o a lavorare in strutture di livello internazionale."
Situata nel premiato nuovo edificio di Via Roentgen, la scuola offre un ambiente veramente internazionale. Le iscrizioni per l'anno accademico 2008-09 hanno visto l'86% delle domande al programma in Business Administration pervenire dall'estero, il 75% per quello in Finance. Un terzo degli studenti del primo anno provengono dall'estero, la metà nei programmi di Business Administration, di Finance e di Statistics.
L'internazionalità dell'ambiente è rafforzata poi dalla presenza di faculty internazionale che insegna nei programmi. Il 15% dei professori full-time proviene dall'estero e ogni anno circa 25 docenti vengono invitati come visiting professor da atenei come Harvard, Stanford e la Sorbonne.
"Ho accettato l'invito qui perché conoscevo la buona reputazione degli studenti e della faculty," dice Michael Tarter, docente di statistica a Berkeley, a Milano come visiting professor per un corso nel PhD in Statistics. "Ho trovato un ottimo clima in cui insegnare e studiare e ho trovato gli studenti particolarmente intraprendenti, un'ottima qualità. E poi c'è una buonissima mensa, di un livello impensabile a Berkeley!"
La scuola poi dà molta importanza, mettendo anche a disposizione fondi, alla mobilità internazionale degli studenti. I dottorandi sono obbligati a presentare almeno uno dei loro lavori all'estero, spesso in importanti convegni internazionali (dall'European Economic Association Congress alla Association for Public Policy Analysis Conference), e a passare un periodo di ricerca all'estero. Tra le prestigiose istituzioni che ospitano gli studenti figurano la Banca Mondiale, Harvard, la BCE e la Fudan University di Shanghai.
"La mia esperienza in Bocconi è stata veramente piacevole, in un ambiente vivace e cosmopolita," racconta Iryna Kaminska, ucraina, da Londra dove oggi lavora come ricercatrice alla Banca d'Inghilterra. "ll programma ti offre delle ottime opportunità di fare esperienze all'estero. Io, per esempio, ho fatto sei mesi a Vienna e poi tre mesi alla Banca d'Inghilterra che mi hanno aiutato poi ad avere successo sul loro job market. E poi ho apprezzato che alla Bocconi ti spingono a svolgere delle ricerche molto pratiche e funzionali, come la mia tesi sui tassi d'interesse, che poi si rivelano molto utili nel mondo professionale."
Per quanto riguarda il placement, non è previsto che gli studenti di dottorato, conseguito il diploma, siano assunti dalla Bocconi. Quanto la Bocconi è attiva sui job market internazionali nell'attirare i migliori talenti accademici a Milano, è altrettanto impegnata nel collocare i propri PhD in istituzioni, aziende ed università terze di prestigio internazionale.
Gli studenti svolgono attività didattica in Bocconi a partire dal terzo anno di studio e il proseguimento della carriera accademica rappresenta il percorso principale per i diplomati, grazie anche al forte sostegno che la scuola offre nel presentare le loro candidature nei vari job market internazionali di Management, di Economics e di Finance. Alberto Alemanno, PhD in Diritto internazionale dell'economia, per esempio, è associate professor all'HEC di Parigi, Gaia Rubera, diplomata l'anno scorso, è ora assistant professor alla Michigan State University e Guenther Fink, austriaco, è docente di International Health Economics alla Harvard School of Public Health. Tra i diplomati che hanno appena terminato il loro dottorato, Junye Li, cinese, inizierà a settembre come assistant professor di finanza ad Essec a Parigi e Samira Reis, di Rio de Janeiro, sta valutando offerte in ambito accademico in Europa.
"Pima di venire in Bocconi ho lavorato nel mondo dei media in Brasile ma la mia vera passione sono la ricerca e la didattica e sono felice di potere proseguire ora in questo campo, qui in Europa,"racconta Samira. "Qui in Bocconi ho trovato un ambiente sempre più internazionale, grazie anche alla presenza di faculty di tutto il mondo, e anch'io ho approfittato delle opportunità di fare esperienza all'estero, a Los Angeles e a Toronto."
Ma non c'è solo accademia nel futuro dei dottorandi. Le istituzioni internazionali sono un altro sbocco importante e prestigioso per i diplomati. Silvia Redaelli è stata scelta nel programma 'Young professional' della Banca Mondiale a Washington, un ruolo per il quale c'erano 14.000 domande per 45 posti disponibili. Tra i diplomati del mese scorso, Nicholas Groshenny, francese, andrà a lavorare alla Banca Nazionale della Nuova Zelanda e Olaf De Groot al German Institute for Economic Research.
Addirittura un anno prima di concludere il suo PhD in Bocconi, Aura Leulescu è stata chiamata in Lussemburgo per lavorare presso Eurostat, l'ufficio statistico della Ue, dove dal febbraio scorso ricopre il ruolo di Project Officer.
"Ho scelto la Bocconi perché sapevo che era una buona università, con un'ottima reputazione in business administration e un PhD ben strutturato," spiega Aura, 29 enne rumena. "E' stata poi una scelta difficile cominciare a lavorare prima di aver terminato definitivamente gli studi ma non mi sono sentita di rifiutare un lavoro che mi attraeva molto. L'ambiente internazionale dell'Eurostat mi è piaciuto subito e sono convinta di potere conciliare il lavoro con la mia tesi."
Infine, banche e aziende sono l'altra via percorribile per chi esce dal campus di Milano. Andrea Moro, per esempio, diplomato nel 2007, è senior product manager ad Amazon a Seattle e Martin Birgi, americano, è advertising research manager a Google nella sede di New York. Marco Aiolfi, italiano e PhD in Economics nel 2006, è andato a New York per lavorare come strategist a Platinum Grove Asset Management mentre Stephan Maier, tedesco, è rimasto a Milano per lavorare come economista a UniCredit.