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Un paradiso fiscale dal futuro incerto e pericoloso

, di Giorgio Brunetti - professore emerito
Guatemala. Il paese centramericano è ancora condizionato dal complesso rapporto con gli Stati Uniti

In Guatemala, tormentata repubblica del Centro America, si è sorpresi dai molti school bus, di color giallo, squadrati e dal muso lungo, che transitano per le strade del paese. Il viaggiatore straniero è spinto a pensare che questo sia l'evidente espressione di una politica volta a investire nell'istruzione per combattere povertà e analfabetismo, piaghe del sottosviluppo. Niente di tutto questo! Sono automezzi usati, acquistati all'asta in Nord America, da intraprendenti personaggi locali che, dopo aver cambiato il motore e rimpiazzate le trasmissioni automatiche con quelle manuali, vengono destinati al servizio pubblico. Si danno in affitto a conducenti che saranno spinti a utilizzarli al massimo per riuscire a portare a casa un misero salario. Sono chiamati scherzosamente "chicken buses" perché a bordo è facile trovare galline assieme ad esseri umani, vista la natura agricola del paese.

Dal Nord America, oltre agli school bus, provengono le automobili usate che intasano le strade. Strade perennemente in riparazione, specie nelle zone dell'Altopiano, per la caduta di frane. Da Puerto Barrios-Izabal, l'unico porto guatemalteco sul Mar Caraibico, sotto la regia di importatori locali e stranieri, ne scaricano quasi ogni giorno molte unità. Macchine sgangherate, rumorose, inquinanti che alimentano tanto la rivendita di ricambi quanto il lavoro di officine meccaniche, sparse nel territorio, volte alle riparazioni. Guatemala: due bimbi maya fotografati da un gringo. Ecco un'immagine che esprime bene la condizione del paese nei riguardi degli Stati Uniti. Non solo importazione di bus e macchine usate, ma ben altro. In primis, la forte presenza del capitale americano. Poi il narcotraffico, poiché le regioni orientali del paese sono un crocevia della droga proveniente dalla Colombia, visto che il suo consumo negli Stati Uniti continua a salire. Sono queste le zone del paese che alla vista del visitatore appaiono meno povere. Infine, l'emigrazione, fonte di rimesse, che incontra qualche difficoltà per i recenti provvedimenti di Obama contro i clandestini, volti in realtà a contenere la crescente presenza ispano-americana nel paese. Numerose altre piaghe sociali attanagliano il paese. Tra queste il traffico di esseri umani, specie donne e bambini, tanto che secondo stime dell'Onu è un traffico che tenderà a superare il commercio illegale di droga e di armi. Quindi, la guerriglia urbana fomentata da bande e gang giovanili. Amaro residuo della guerra civile che ha creato uomini che sanno solo usare le armi. O dalla parte della legge o contro. Nel 2009 sono stati compiuti quasi 10 mila omicidi, quanti nemmeno la guerra civile, conclusa nel 1995, aveva prodotto. Come tutti i paesi del Centro America, il Guatemala ha problemi enormi, legati alla distribuzione della ricchezza. È storia antica visto che affaristi e multinazionali ne hanno sempre fatto terreno di conquista. Tra l'altro, è tuttora operante una legislazione tributaria che fa del Guatemala un paradiso fiscale. Con il turismo, che sta a fatica riprendendosi dalla gelata conseguente alla crisi mondiale, il caffè è la principale fonte di esportazione, oltre al petrolio. Al caffè guatemalteco ricorre anche la Illy che, pur perseguendo la ricerca della più alta qualità della materia prima, non trascura il rispetto delle individualità e specificità culturali del paese.Problemi economici e sociali enormi dei quali però non si vede ancora una via di soluzione. Perfino la Colombia e il Venezuela stanno segnando passi in avanti. Il Guatemala sconta uno stato fragile, corrotto, incapace di assumersi le sue funzioni e le sue responsabilità, a cominciare dalla sicurezza democratica e dall'educazione dei propri giovani. Un avvenire incerto e pericoloso!