Un lavoro da ... avvocato
Che da grande avrebbe fatto l'avvocato Marco Sartori l'aveva deciso da tempo, da quando scelse di iscriversi alla Bocconi, ma alla laurea di Giurisprudenza, tra le seconde leve del nuovo corso di laurea in legge. Quello che non si aspettava era di diventare un avvocato di diritto del lavoro. "Più precisamente sono rimasto sorpreso dal professor Liebman, il migliore del mio
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Marco Sartori |
corso e per il quale provo una stima gigantesca", confessa Marco, 24 anni. "L'ho conosciuto a lezione e poi quando è stato il responsabile di uno scambio che mi ha portato a Cambridge per un mese a studiare, tra le altre cose, gli aspetti di diritto del lavoro della Common law anglosassone". L'argomento della tesi, discussa nel 2004, l'ha fornito a Marco il capitolo sulla sicurezza negli ambienti di lavoro, un tema che oggi affronta quotidianamente nel suo lavoro di praticante presso un importante studio milanese di diritto del lavoro. "Come praticante non posso firmare nulla in prima persona, ma partecipo a molte delle attività dello studio", racconta Marco, "sia quella di redazione dei pareri extragiudiziali, sia quella di ricerca per l'attività giudiziale. E, se quest'ultima è la parte più interessante, a volte la prima si rivela molto utile. Per alcuni mesi, inoltre, ho fatto parte dello staff responsabile della Due diligence di una grande società, ovvero dell'attività di analisi dello stato di fatto di un'azienda in termini di contratti di lavoro, un lavoro che comprende lo studio di documenti, la rilevazione dei fattori di criticità, della regolarità contributiva di ciascun dipendente o collaboratore, delle possibilità di contenziosi". Un impegno delicato che premia il metodo di studio e la formazione acquisita durante gli studi in Bocconi e che incoraggia Marco a proseguire su questa strada. "Lo studio in cui sono praticante mi incoraggia e, a fronte dell'impegno dimostrato, offre qualche prospettiva di crescita. All'orizzonte, però, in questo momento c'è il terribile esame per diventare avvocato, che a Milano è più difficile che altrove".