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Un imprenditore attivo per il successo dello Sportello unico

, di Tomaso Eridani
Lo sportello è fattore critico nella scelta di localizzazione ma necessita di collaborazione da parte delle Pmi. Ecco quel che emerge dal paper di Edoardo Ongaro entrato nella Top 50 di articoli di management del mondo

A sette anni dalla loro introduzione si riscontra una notevole disparità sul territorio italiano nel funzionamento e nell’efficacia degli Sportelli unici e nelle ragioni si individuano importanti lezioni sia per l’amministrazione pubblica sia per le imprese. Invece di una scontata critica verso la burocrazia, infatti, le Pmi dovrebbero collaborare maggiormente con le amministrazioni locali e mettere in risalto, agendo così da sprono, quelle efficienti.

Lo studio sul funzionamento degli Sportelli unici delle attività produttive è contenuto in un paper di Edoardo Ongaro, docente presso l’Istituto di Pubblica amministrazione e sanità dell’Università Bocconi, unico italiano entrato nella Top 50 dei migliori articoli di management del mondo nel 2004. Ad assegnargli il riconoscimento è l’Emerald Management Reviews Independent Review Board che ogni anno prende in considerazione le 400 più importanti riviste di management.

Nato con l’obiettivo di realizzare un’interfaccia unica in grado di permettere all’imprenditore di risolvere tutte le pratiche relative all’avvio, riconversione, ecc. di un’attività entro 90 giorni, lo sportello unico può diventare un fattore critico per l’imprenditore nella scelta di localizzazione. “Le Pmi dovrebbero scegliere dove operareanche sulla base della qualità dei servizi pubblici, privilegiando i Comuni efficienti, agendo così da sprono,” spiega Ongaro. “Un efficiente sportello può comportare la riduzione da un anno a tre mesi nei tempi per l’autorizzazione a riconvertire o attivare un’attività - un periodo decisivo per stare al passo con il mercato.”

“Ma le imprese non devono solo pretendere passivamente l’accountability, il diritto a una risposta entro 90 giorni, ma collaborare attivamente con le amministrazioni,”spiega Ongaro. “Accusarle di inefficienza è un comodo ma poco costruttivo alibi mentre fare sistema con, e non contro, la Pa è il modo per beneficare di riforme come queste.”

Spesso i tempi per l’autorizzazione, infatti, si allungano per l’imprecisione nella presentazione delle domande. Dove invece le imprese hanno utilizzato le associazioni di categoria per dialogare insieme, e collaborare con le amministrazioni, sulla maggiore efficienza nella compilazione, come avvenuto in Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte, si sono accorciati i tempi.

“Le imprese possono poi fare un importante lavoro di sollecito al miglioramento, dando visibilità e pubblicità ai comuni dove gli sportelli funzionano al meglio,” spiega Ongaro.

Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni, secondo Ongaro, va rimarcato che una riforma come quella dello Sportello unico debba essere interpretata come un’opportunità,per produrre benefici per cittadini e imprese e come spinta alla propria modernizzazione e innovazione, e non semplice obbligo a cui ottemperare.

“Gli sportelli sono, per esempio, maggiormente efficienti nei comuni, come a Modena, dove è presente la figura del ‘city manager’, un direttore generale che crea uno snodo fra giunta e macchina amministrativa,” racconta Ongaro. “ Lo Sportello, infatti, non è un ufficio forte, essendo senza risorse, e necessita di una figura che agisce come punto di riferimento, garante e protettore.”

Questo approfondimento è collegato all’articolo Imprenditori e management determinati contro il nanismo italiano