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Un esame da campioni

, di Fabio Todesco
Dario Simic, Valerio Fiori e Clarence Seedorf hanno conseguito il diploma dell’Executive development program discutendo un business plan per lo sviluppo di una nuova generazione di talenti

Dario Simic ha arginato la gran parte degli attacchi, costringendo Valerio Fiori a pochi interventi decisivi e consentendo a Clarence Seedorf le micidiali ripartenze che sono valse l'assegnazione del diploma di Executive development program a tutti e tre.

Ieri sera i tre giocatori del Milan non avevano di fronte undici calciatori avversari, ma i sette docenti Sda Bocconi della commissione giudicatrice. Dopo un anno di studio comprendente un centinaio di ore di lezione, Fiori, Seedorf e Simic hanno sostenuto l'esame finale del corso, consistente nella discussione del business plan per la costituzione di una scuola calcio dalle caratteristiche innovative.

I tre calciatori si sono presentati alla Sda Bocconi per sviluppare la loro idea in una veste forse inusuale per il pubblico, ma non estranea alla loro esperienza extra-sportiva. Fiori è, infatti, laureato in giurisprudenza, mentre Simic e Seedorf gestiscono già delle attività imprenditoriali.

Negli anni di esperienza nel mondo del calcio non solo italiano, i tre compagni di squadra hanno individuato un vuoto di mercato nella scoperta e nello sviluppo dei nuovi talenti. "Più che per motivi tecnici, abbiamo visto molti calciatori di valore fallire per motivi caratteriali, di affidabilità, di gestione dello stress", dicono, e hanno perciò messo a punto un sistema integrato, che curi la crescita dei giovani a tutto tondo, comprese le doti comunicative che valorizzano alcuni campioni, rispetto ad altri, agli occhi degli sponsor.

"Il beneficio del loro modello per le squadre di calcio loro clienti consiste nella riduzione del rischio finanziario", spiega Carlo Alberto Carnevale, il professore di strategia responsabile del programma.

"Mentre l'incertezza sul rendimento permane inevitabilmente, i nostri ragazzi non dovrebbero presentare tutti i rischi di personalità che hanno portato all'oblio tanti piccoli campioni", puntualizza Seedorf. E Fiori: "Inoltre chi non riuscirà a sfondare nel mondo del calcio sarà comunque preparato ad affrontare la vita in qualsiasi altro settore. È una dimostrazione di corporate social responsibility nei riguardi dei ragazzi, delle famiglie, e del territorio che ci ospiterà". Conclude Simic: "Ci proponiamo di portare alla ribalta una nuova generazione di talenti, ragazzi capaci di esprimersi a 360 gradi".