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Un corso in laboratorio, anzi su YouTube

, di Fabio Todesco
L’utilizzo della piattaforma di videosharing per presentare lavori di gruppo ha soddisfatto Fabrizio Perretti, il professore che lo ha suggerito, e gli studenti

Il rapporto tra i siti di videosharing e la formazione non è mai stato facile. Tra scherzi pesanti, immagini rubate e scandali alla Alvaro Vitali, sembrava che ogni punto di contatto tra questo genere di web e la scuola o l'università fosse destinato a provocare scintille. E invece c'è chi, avvicinandovisi per gradi, ne ha fatto uno strumento didattico apprezzato dagli studenti.

Il Laboratorio radio e televisione del Cleacc, gestito da Fabrizio Perretti, si è concluso, quest'anno, con l'assegnazione di lavori di gruppo che andavano presentati non solo attraverso il classico PowerPoint, ma anche con un filmato, da rendere pubblico su YouTube. "Per i ragazzi non è solo importante, ma anche divertente", sostiene Perretti, "utilizzare un altro mezzo, tanto più per chi partecipa a un laboratorio dedicato proprio alla televisione. Il limite di 10 minuti imposto da YouTube, inoltre, costringe a una salutare sintesi". Lui stesso ha caricato su YouTube un filmato evocativo, che riassume i temi della lezione conclusiva del laboratorio. "Ho voluto mettermi un po' in gioco anch'io, visto che chiedevo lo stesso sforzo ai miei studenti, e stimolarli a una critica consapevole della televisione. Prima del laboratorio, loro sono sempre molto critici nei riguardi della tv, ma in termini piuttosto generici".

Il pregio dei filmati, artigianali ma dignitosi, realizzati dagli studenti è una certa fantasia espressiva, che sconfina a volte nel puro divertimento, il limite una mancanza di rigore espositivo. Ma in ogni caso sono una visione interessante.

"Per me era la prima esperienza di utilizzo di un audiovisivo", racconta Luca Finotti che, insieme a due compagni, ha realizzato un filmato sulla strategia web di Radio DeeJay, "ma gli strumenti necessari non sono difficili da usare. All'inizio la parte tecnica era seguita da un ragazzo che aveva già lavorato per una sorta di YouTube tedesco, ma alla fine ero in grado di girare e montare anch'io".

Il filmato, in alcune sequenze, utilizza uno stile che ricorda quello delle Invasioni barbariche di La7, con una ragazza che cammina utilizzata come sfondo del parlato; mostra molte schermate internet; mostra un'intervista con due presentatori della radio e si conclude con i backstage. "La realizzazione ci ha portato via alcuni pomeriggi", calcola Luca, "ma la preparazione ci ha reso più leggero l'intero semestre".

Un altro filmato discute i motivi della crisi del reality mettendo in scena una sorta di reality, in cui un gruppo di amiche si interroga sul tema intorno a un tavolo. Il confronto tra la tv commerciale nazionale e quella locale è visualizzato attraverso un'intervista doppia, in stile Iene, a due caratteri-macchietta. Spezzoni del programma e interviste illustrano la trasformazione di Colorado cafè da spettacolo cabarettistico a trasmissione televisiva.

Perretti, assistant professor di strategia aziendale, ha utilizzato YouTube la prima volta all'inizio del 2007 per presentare agli studenti un Campus abroad, nel corso di un incontro al quale non poteva presenziare fisicamente, ma non è nuovo alla sperimentazione di strumenti web 2.0.

Utilizza dal 2003 un altro strumento collaborativo, come gli Yahoo Groups. "Per ogni corso che tengo", spiega, "creo un gruppo, carico il programma e qualsiasi tipo di materiale debba rendere immediatamente disponibile agli studenti. Questi, a loro volta, vi caricano i lavori di gruppo, che possono essere consultati da tutti. Serve anche da ricevimento studenti pubblico, perché rispondo alle loro domande, ed è una forma di comunicazione istantanea, utile ad assegnare lavori o dare avvisi. Infine trovo particolarmente utile la possibilità di fare sondaggi tra i partecipanti ai gruppi. Io non li uso per valutare la preparazione degli studenti, ma per stimolarli all'approfondimento. Pongo domande, per esempio, riguardo le letture assegnate. Anche se non esistono risposte giuste o sbagliate, per esprimere un'opinione si deve prima leggere e meditare ciò che è stato assegnato".