Ultimo appuntamento con la musica
Toccherà a Irina Dubovik il compito di chiudere nel migliore dei modi la stagione musicale 2008-2009 organizzata dall'Isu dell'università Bocconi.
Un ultimo appuntamento che parlerà... russo. Questa, infatti, la nazionalità della pianista che giovedì 26 marzo, alle 21, salirà sul palco dell'Aula Magna di via Gobbi 5, così come quella della musica in programma, che si svilupperà in un primo tempo dedicato all'esecuzione di 3 preludi di Sergej Rachmaninov e delle sue Variazioni su un tema di Corelli Op. 42, e una seconda parte incentrata unicamente sulle note di Sergej Prokofiev. Studio in re minore Op. 2 N°1, "Suggestion Diabolique" Op. 4 N°4; 5 pezzi da "Visions Fugitives" Op.22; Sonata n°2 in re minore Op. 14 sono le composizioni sulle quali calerà il sipario di una stagione musicale ricchissima di concerti di assoluto livello, che hanno sempre suscitato l'ammirato consenso del pubblico presente (ancora una volta ricordiamo che l'ingresso al concerto è gratuito fino a esaurimento posti).
Parlando della protagonista della serata di giovedì 26, va detto che Irina Dubovik fin da giovanissima ha iniziato lo studio del pianoforte, guidata dal papà, e a soli 9 anni ha tenuto il suo primo concerto da solista e la sua prima esecuzione con orchestra, eseguendo, per l'occasione, il Concerto in fa minore di Bach. Sempre in Russia sono proseguiti i suoi studi, dal 2000 al 2002 al Moscow State Chopin College e dal 2002 al 2007 al Moscow State Conservatory. Naturale, dunque, che gran parte del repertorio della Dubovik sia incentrata sulle musiche degli autori suoi connazionali, come Scriabin e, naturalmente, come dimostra lo stesso programma del concerto bocconiano, Rachmaninov e Prokofiev.
Non solo russi, invece, sono i posti in cui la Dubovik si è esibita e in cui ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali vanno segnalati il Concorso Schubert, a Dortmund in Germania e il Concorso Internazionale "Città di Cantù" dove, nel 2008, ha vinto primo premio, premio del pubblico e premio della critica.
Insomma, quelle di Irina Dubovik sono mani decisamente affidabili per chiudere nel migliore dei modi una stagione di grande musica.