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Tv digitale per i soliti noti

, di Oreste Pollicino - ordinario presso di Dipartimento di studi giuridici
Pluralismo. Quando la libertà dipende anche dai codicilli: il riferimento alla qualità dei programmi penalizza i new comer

Si parla molto di libertà di stampa e di come e quanto questa potrebbe essere minata se dovesse diventare diritto il nuovo disegno di legge che prevede un inasprimento delle sanzioni nei confronti dei giornalisti (e dell'editore). Stessa attenzione è dedicata all'inaccettabile distanza tra il pluralismo televisivo cui tendere e quello realizzato, limitato oltremisura dalle distorsioni del mercato rilevante e dall'inerzia legislativa a riguardo. Un'attenzione minore è stata invece dedicata a come potrebbe cambiare (anche in peius) il già desolante status quo della qualità e pluralismo dell'informazione in Italia a seguito del passaggio, già in atto, dalla televisione analogica a quella digitale, che dovrebbe portare allo switch off totale dal 2012.

Il rischio è che ancora una volta in Italia la possibilità che un avanzamento della tecnologia comporti un miglioramento del pluralismo informativo si trasformi in occasione mancata. Il riferimento è ai criteri pensati per l'utilizzo del dividendo digitale, ossia del recupero in termini di moltiplicazione dell'offerta dei canali, e quindi di nuovi competitor sul mercato dell'audiovisivo, dovuto alla possibilità di utilizzare in modo più efficiente le frequenze disponibili con il passaggio dall'analogico al digitale. Con le stesse frequenze necessarie a trasmettere un canale televisivo analogico si potranno trasmettere almeno cinque canali digitali. La chance di rianimare l'asfittico e sostanzialmente duopolistico mercato italiano sembra però essere frustrata dai parametri che l'Agcom ha confezionato per l'aggiudicazione del dividendo in questione. In particolare, la delibera che fissa uno schema di provvedimento sulla procedura per l'assegnazione non si distingue per fissare parametri oggettivi e non discriminatori, così come per altro imporrebbe la normativa comunitaria rilevante.Pur essendo la gara diretta ad assegnare risorse frequenziali, e quindi avendo come partecipanti naturali gli operatori di rete, tra i parametri di selezione sono previsti indicatori che fanno riferimento alla qualità dei programmi e quindi ai contenuti dei piani editoriali, che dovrebbero essere irrilevanti nella selezione degli operatori di rete, perché attinenti esclusivamente ai fornitori di contenuto. Non si tratta di dettagli da specialisti ma di un elemento essenziale che rischia di far sì che l'assegnazione del dividendo digitale invece di attenuare le distorsioni anticoncorrenziali del mercato televisivo contribuisca a rafforzarne gli effetti. Non solo, la possibilità di valutazione sulla qualità dei contenuti attribuisce un potere discrezionale che l'Agcom non dovrebbe avere nell'aggiudicazione del dividendo, ma soprattutto rischiano di essere tagliati fuori gli operatori di rete nuovi entranti che non possono soddisfare i requisiti sui contenuti della programmazione (non avendola ancora cominciata).Il sospetto che l'agevolazione di chi già opera nell'analogico a danno dei new comer possa essere presente, se non negli intenti, almeno negli effetti della disciplina, è rafforzato dalla previsione ai sensi della quale tra i criteri guida per la valutazione della qualità dei piani editoriali vi è la stipulazione di "contratti vincolanti per la selezione, aggregazione e diffusione dei programmi previsti con fornitori di contenuti anche non indipendenti". La presenza di barriere ingiustificate all'entrata nei confronti dei nuovi operatori, anche stranieri, creerebbe poi il rischio di essere considerati inadempienti rispetto agli obblighi assunti dall'Italia in sede comunitaria. L'ennesima brutta figura l'abbiamo fatta in occasione della decisione Europa 7 del 2008, quando la Corte di giustizia ha accertato l'atavica concentrazione duopolistica del mercato televisivo italiano, che la Corte costituzionale aveva decine di volte segnalato guardando alla violazione del pluralismo informativo. Sarebbe opportuno non ripetersi.