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Tutte le sfumature del mercato della contraffazione

, di Iolanda D'Amato - SDA professor della Operation Technology management unit
Il commercio illegale non e' solo quello nero, ma anche quello grigio, un fenomeno in parte endogeno alle stesse imprese. Su questo le politiche commerciali e distributive hanno un impatto positivo e rilevante. E il controllo della filiera e' il punto di partenza

Il 90% dei caricabatteria Apple venduti su Amazon Usa sono contraffatti: così, di recente Apple ha deciso di citare in giudizio Mobile Star LLC, il fornitore dal quale Amazon ha dichiarato di aver acquistato i prodotti. Al Salone internazionale dell'alimentazione di Parigi, a ottobre, sono stati sequestrati formaggi americani che evocavano impropriamente le denominazioni Dop Asiago, Parmigiano reggiano e Pecorino romano. Sempre più spesso, il fenomeno della contraffazione non riguarda semplicemente la vendita di beni palesemente falsi da parte di venditori ambulanti a clienti consapevoli ma assume caratteristiche ben più preoccupanti, riuscendo a inserirsi nei canali e nelle filiere di produzione e distribuzione legittime. Secondo la guardia di finanza, vendere prodotti falsi e consegnare gli elevati margini alla criminalità organizzata è diventato, in certe aree d'Italia, un modo più o meno consenziente da parte dei negozianti per pagare il pizzo.
Si stima che la contraffazione rappresenti il 2,5% del commercio mondiale, per un valore di 461 miliardi di dollari, e il 5% delle importazioni nell'Unione Europea. L'Italia è il secondo paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, per numero di aziende vittime dei reati di contraffazione.

Ma discutere di contraffazione non basta per contrastare il fenomeno e proteggere la filiera del vero: è necessario adottare un approccio olistico, combattere il commercio illegittimo a 360 gradi, contrastando anche altri fenomeni quali le sovraproduzioni non autorizzate, che possono contribuire a immettere sul mercato prodotti falso-veri, per dirla alla Gomorra, le importazioni parallele, il mercato grigio, le infiltrazioni nelle supply chain e la contraffazione non solo dei prodotti ma anche dei punti vendita e dell'esperienza d'acquisto.
Con questo obiettivo è nato il modello Lisc, Legitimate Illegitimate Supply Chain, uno strumento di supporto per evidenziare le possibili interazioni tra gli attori della filiera del vero e del falso che possono contribuire a generare fenomeni di commercio illegittimo e individuare gli anelli deboli della supply chain in modo da implementare le strategie di contrasto più adeguate.
Il modello è stato utilizzato per descrivere e mappare una serie di casi di commercio illegittimo che si sono verificati nel mondo della moda e nel settore alimentare e ha permesso di dimostrare, attraverso una survey alla quale hanno partecipato 86 aziende internazionali, la correlazione tra i diversi fenomeni di commercio illegittimo e, in particolare, tra il mercato nero e quello grigio. Un fenomeno completamente esogeno rispetto all'impresa, il primo, normalmente gestito dalle organizzazioni criminali, e un fenomeno parzialmente endogeno, il secondo, sul quale le politiche commerciali e distributive aziendali possono comunque avere un impatto rilevante. La presenza di mercati grigi, infatti, può contribuire a creare confusione nel mercato finale e a generare le condizioni che agevolano l'ingresso dei prodotti completamente contraffatti nei canali legittimi e in quelli illegittimi.

Per quanto riguarda le strategie di contrasto, la survey dimostra che l'efficacia percepita di tali strategie è maggiore quando si affronta il problema sì dal punto di vista legale, ma senza dimenticare gli aspetti tecnologici, la gestione della supply chain, l'importanza della tracciabilità e il ruolo del marketing. Ne sono esempio le strategie dei gruppi Prada, Versace e Luxottica, fortemente colpiti dal fenomeno, ma anche leader nell'organizzazione delle attività di contrasto, nell'adozione di una prospettiva strategica e interfunzionale e nel focus sempre maggiore sulla protezione della filiera del vero.
Proteggere la filiera legittima diventa una scelta strategica aziendale: l'autenticità del prodotto, in conclusione, non può più prescindere dall'autenticità, dalla trasparenza e dalla sicurezza dell'intera filiera.