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Turismo su web: ci credono piu' gli utenti che gli operatori

, di Fabio Todesco
Limitandosi a siti arretrati e poco funzionali il turismo italiano rinuncia a un'importante fetta di mercato, affermano Rodolfo Baggio e Magda Antonioli del Master in economia del turismo in una rilevazione con Mobissimo

Gli utenti italiani credono al turismo su web più degli operatori. Con il risultato che le ricerche riguardanti il turismo effettuate su web dagli utenti italiani sono aumentate, tra il 2008 e il 2009, del 76% e le transazioni del 59%; queste si fanno, poi, più sofisticate perché nel 2008 il 73% degli acquisti passava comunque attraverso un'agenzia, mentre nel 2009 la quota è precipitata al 54%, con un 46% di utenti che ha acquistato abbastanza confidenza con lo strumento internet da azzardare l'acquisto diretto. Lo mostrano Rodolfo Baggio e Magda Antonioli del Master in economia del turismo (Met), coautori della rilevazione E-tourism 2008-2009, su dati del motore di ricerca specializzato nei viaggi Mobissimo.

"Il fatto che le ricerche crescano più delle transazioni", afferma Baggio, "testimonia una maggiore necessità di informazioni e confronti prima dell'acquisto".

La qualità media non particolarmente brillante dei siti turistici italiani comporta, però, che le scelte di acquisto degli utenti si indirizzino prevalentemente verso i siti turistici stranieri. Se nel 2008 solo il 30% degli acquisti riguardava l'Italia, nel 2009 la percentuale è ulteriormente scesa al 26%, con il resto d'Europa (dal 16 al 22%) ad erodere la quota italiana e quella perduta dalle destinazioni americane (dal 52% al 50%, in una posizione che rimane di assoluta preminenza).

Fra i motivi della scarsa attrattività dei siti turistici italiani c'è anche lo scarso utilizzo delle tecnologie più avanzate e partecipative, il cosiddetto web 2.0. Sono meno di un terzo (il 29%) i siti con almeno una funzione web 2.0 e sono distribuiti in modo poco uniforme tra le diverse categorie di operatori, con agenzie di viaggio, tour operator e regioni sopra la media e hotel, villaggi turistici, agriturismi e ostelli abbondantemente sotto.

"I consumatori italiani sono più evoluti di quanto si creda", afferma Antonioli, "e gli operatori italiani rinunciano a una sostanziale fetta di mercato". L'analisi dei siti degli operatori italiani suggerisce, d'altra parte, che nella maggior parte dei casi siano da ripensare i fondamentali (design, contenuti, servizi) per cogliere al meglio i vantaggi delle funzioni più avanzate web 2.0.