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Tre libri e un film

, di Andrea Celauro
Ovvero il petrolio e le sue guerre

Petrolio. Volente o nolente, allo stato attuale il mondo vive grazie all’oro nero. Non si può quindi non partire dallo spinoso tema del greggio per avvicinarsi allo studio del binomio economia-energia. Sono tre i volumi che Luigi De Paoli consiglia di leggere per capire la dimensione del problema. Il primo è ormai un classico della divulgazione scientifica, Economia all’idrogeno di Jeremy Rifkin. L’autore americano parte dalla considerazione che le riserve di petrolio disponibili sul pianeta sono destinate ad esaurirsi entro breve tempo, addirittura entro i primi anni del prossimo decennio, e che le scorte attualmente più ingenti si trovano nei paesi arabi. Con le spalle al muro a causa della carenza di combustibile fossile, gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali potrebbero allora ricorrere a combustibili “più sporchi” mettendo ancora più a repentaglio la salute del pianeta. Ma una via d’uscita c’è, secondo Rifkin: è l’idrogeno. Se adeguatamente sfruttata, infatti, questa fonte di energia “pulita” potrebbe diventare il carburante inesauribile del futuro, realizzando una vera e propria rivoluzione energetica: quando tutte le case saranno dotate di celle a combustibile collegate in rete, così come avviene per internet, allora l’uso dell’energia sarà paritario e decentralizzato.

Il problema delle riserve petrolifere è al centro anche de Il mondo in riserva di David Goodstein. Come Rifkin, anche Goodstein ricorda la previsione di Marion Hubbert, il quale già negli anni Cinquanta capì come la produzione petrolifera americana avrebbe raggiunto il suo “picco” entro un ventennio per poi calare inesorabilmente. Partendo da questa ipotesi, Goodstein spiega dunque perché la fine dell’era del petrolio è inevitabile.

Ma un tema caldo come quello dell’oro nero attira pareri discordanti. Una voce fuori dal coro di scettici è quella di Leonardo Maugeri. L’autore di The age of oil è lapidario: “Il petrolio c’è… basta scavare”, ovvero migliorare le tecnologie di estrazione e sfruttare a pieno i giacimenti. Sebbene non siano illimitate, secondo Maugeri le risorse potrebbero bastare per altri quaranta anni, se non addirittura un secolo. Al petrolio, dunque, starebbe succedendo ciò che in passato è successo al carbone: una risorsa considerata in via di esaurimento più per questioni economiche che per la sua scarsa disponibilità.

Dai libri ai film, per meglio comprendere le ricadute sociali della guerra dell’energia. In Grazie, signora Thatcher, una pellicola del 1996 del regista Mark Herman, emergono tutte le frustrazioni e le difficoltà dei minatori inglesi durante le lotte del 1989 contro la chiusura dei grandi giacimenti di carbone.