
Superare gli ostacoli
Nel mondo, le persone con disabilità superano il miliardo e costituiscono il 16% della popolazione globale. In altre parole,1 persona su 6 vive con disabilità. Le persone con disabilità, poi, sono esposte ad un maggiore rischio di povertà ed esclusione sociale: nell’Unione Europea è a rischio il 29,7%, contro il 18,8% delle persone senza disabilità. In aggiunta, il tasso di occupazione delle persone con disabilità tra i 20 e i 64 è pari al 51,3%, contro il 75,6% delle persone senza disabilità.
Gli Stati utilizzano i sussidi specifici (es. pensione di invalidità) per garantire alle persone con disabilità uno stile di vita dignitoso e le politiche attive dell’occupazione per promuoverne il diritto al lavoro. Le politiche attive dal lato della domanda sono volte ad influenzare il comportamento delle imprese. Le quote di riserva, ad esempio, obbligano le aziende ad assumere un certo numero di dipendenti con disabilità, o a pagare una penale. Le politiche attive del lavoro dal lato dell’offerta, invece, mirano ad aumentare le competenze di chi cerca lavoro, per esempio tramite corsi di formazione. Infine, la legislazione a tutela dei lavoratori mira a proteggerli da licenziamenti improvvisi e/o senza giusta causa.
Stati diversi combinano questi tre elementi (sussidi, investimenti in politiche attive per l’occupazione, tutela dei lavoratori) in modi diversi. Nei paesi anglosassoni, per esempio, il diritto ai sussidi è determinato dal reddito, i sussidi sono bassi e i criteri per riceverli molto stringenti. Il mercato del lavoro è estremamente flessibile, con scarse tutele per i lavoratori. Al contrario, nei paesi dell’Europa Settentrionale i sussidi sono universalistici e molto generosi, gli investimenti in politiche attive per l’occupazione elevati, e i lavoratori sono molto tutelati.
Queste differenze derivano da concezioni drasticamente differenti del welfare. Nei paesi anglosassoni, il welfare ha un ruolo residuale. Si ritiene che sussidi troppo generosi costituirebbero un disincentivo a cercare lavoro, e che, in un mercato di lavoro più flessibile, l’occupazione sia più alta. Infatti, i datori di lavoro possono assumere con più facilità, sapendo di poter licenziare i nuovi dipendenti in tempi relativamente brevi. Nei paesi dell’Europa Settentrionale, il welfare è considerato un investimento sociale. I sussidi sono considerati uno strumento che fornisce alle persone le risorse di cui hanno bisogno per poter cercare lavoro o continuare a lavorare, e una maggiore tutela dei lavoratori impedisce che vengano licenziati in tronco in caso di crisi economiche. Queste due concezioni del welfare hanno un elemento in comune: entrambe ritengono che le politiche attive per l’occupazione aumentino le possibilità di trovare lavoro.
Quale combinazione di politiche è più efficace per aumentare l’occupazione delle persone con disabilità?
Come evidenzio in un mio articolo, la letteratura mostra che gli incentivi economici non rappresentano un disincentivo economico: al contrario, nei paesi in cui i sussidi sono più generosi, le persone con disabilità hanno maggiori chance di trovare lavoro.
Per quanto riguarda l’efficacia delle politiche attive per l’occupazione, studi diversi arrivano a conclusioni contrastanti. Quello che è certo, è che, per essere efficaci, queste politiche devono essere progettate con attenzione. Spesso i corsi di formazione destinati ai disoccupati non sono accessibili alle persone con disabilità[1]. Inoltre, in molti paesi le penali per le imprese che non ottemperano alle quote di riserva sono troppo basse, in un contesto in cui i datori di lavoro preferiscono i candidati senza disabilità a quelli con disabilità (a parità di qualifiche). Infine, la possibilità di licenziare facilmente non incoraggia i datori di lavoro a dare una chance a candidati disabili. Le persone con disabilità sono spesso le ultime ad essere assunte e le prime ad essere licenziate, quindi, in un mercato del lavoro più flessibile, i lavoratori con disabilità potrebbero perdere il lavoro più facilmente in caso di recessione.
In conclusione, sussidi generosi, investimenti in politiche per l’occupazione adeguatamente progettate, e un’elevata tutela dei diritti dei lavoratori sono essenziali per promuovere il diritto al lavoro delle persone con disabilità e per garantire loro uno stile di vita dignitoso.