Società dell’informazione, il futuro è adesso
"Quello che vi sto descrivendo non è in un film di fantascienza. Questa è l'Europa di oggi, l'Europa nella quale dobbiamo lavorare. Ed è un'Europa che, se politica e mondo degli affari saranno alleati, avrà successo, ne sono certa". Viviane Reding, membro della Commissione Europea presieduta da Manuel Barroso con incarico alla "Società dell'informazione e mezzi di comunicazione", scuote l'aula riempita di studenti del Degree in International Economics and Management della Bocconi. |
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Il futuro è già arrivato. Il business deve partire da qui e muoversi in fretta per vincere la sfida globale con gli Stati Uniti sul mercato dell'informazione e dei media. Nel corso della lecture tenuta il 15 febbraio scorso in Bocconi, Reding ha tracciato un quadro della situazione in cui l'Europa si trova attualmente e di come, in qualità di Commissario, intende sostenere la crescita comunitaria nel campo dell'ICT, Information and Communication Technology.
"Innanzitutto è questione di mentalità" ha detto Reding. "Bisogna saper essere ottimisti, avere una grande forza di volontà per riuscire ad avere successo. È necessario essere consapevoli di quello che sappiamo fare, rafforzare i punti di forza e correggere quelli di debolezza". |
Il settore dell'Information and Communication Technology rappresenta attualmente il 6% del prodotto interno lordo europeo. È responsabile del 25% della crescita del PIL e del 40% della crescita della produttività. Dati che appaiono buoni, ma che sono pur sempre inferiori a quelli degli Stati Uniti, dove l'ICT è, per esempio, fattore trainante per ben il 60% della crescita della produttività. Il fatto è che, secondo Reding, le industrie europee, per lo più medie e piccole imprese, investono di meno e più tardi di quelle americane nell'ICT e sono meno efficienti nel trarre beneficio dagli investimenti fatti. Tra Europa e USA vi è quindi un gap, che non deve essere percepito, però, in termini negativi, bensì come opportunità e come stimolo alla crescita. |
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È necessario guardare lontano, investire nell'innovazione e creare così crescita e posti di lavoro. Investire nell'ICT significa dare inizio a un circolo virtuoso che permette di abbassare i prezzi dei beni e di produrli più velocemente, stimolando così nuovi investimenti che a loro volta alimentano il circuito.
Come fare, allora, per tracciare una strategia di azione? Primo, risponde Reding, bisogna analizzare qual è esattamente la situazione. Secondo, bisogna decidere dove si vuole arrivare, e tracciare una rotta per raggiungere il traguardo. |
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La posizione attuale dell'Europa ha dei punti di forza piuttosto evidenti. Cinque delle dieci più importanti società telefoniche del mondo sono europee (Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia, British Telecom, Telefonica). La lista delle aziende che producono hardware ICT vede al primo posto un'europea (Nokia). Nella top ten delle aziende che producono contenuti, le europee sono tre (Vivendi Universal, Bertelsmann, ARD). "Abbiamo motivo di essere orgogliosi" dice Reding, "ma dobbiamo lavorare duro per rimanere ai vertici". Per restare al top, un ruolo chiave è giocato dalla ricerca e sviluppo. In Europa, solo il 25% degli investimenti nella ricerca è destinato all'ICT, contro un 35% degli USA. La spesa pro-capite della ricerca in ICT è di 80 euro all'anno in Europa, contro i 350 degli Stati Uniti. In Europa abbiamo un'evidente debolezza nello spirito di innovazione e, quando innoviamo, spesso non riusciamo a trarre frutto fino in fondo dalle nostre scoperte. Qualche esempio? Il World Wide Web, inventato in Europa ma implementato negli USA; il formato di audio compressione MPEG3 e il sistema operativo Linux, inventati anch'essi in Europa, ma utilizzati a pieno negli Stati Uniti. Un altro aspetto fondamentale è quello delle infrastrutture. L'indice di penetrazione della banda larga sta crescendo molto rapidamente in Europa. Siamo a circa 50 milioni di connessioni broadband, con una crescita di ben il 60% negli ultimi 12 mesi. "Fate attenzione" ha osservato Reding "i paesi con l'indice di penetrazione della banda larga più elevato sono gli stessi che destinano i maggiori investimenti alla ricerca e che hanno i migliori sistemi scolastici: Danimarca, Finlandia e Svezia. Gli stessi paesi che occupano i primi posti nel country ranking del World Economic Forum 2005 e 2006". Ecco, allora, come agire: è necessario investire nell'educazione e nella ricerca, e lasciare che le imprese competano tra loro. "La peggior cosa che si potrebbe fare sarebbe stabilire dei monopoli" ha spiegato il Commissario Europeo. La "ricetta Reding" prevede, dunque, "regulation in order to deregulate". La competizione deve portare innovazione e prezzi più bassi, e stimolare il mercato. In secondo luogo, ricerca e innovazione. Raccogliere insieme le forze finanziarie e intellettuali, creare delle piattaforme tecnologiche su nanotecnologie, robotica, fotonica, sistemi integrati. Con una ricerca strettamente legata all'industria si potrà evitare che invenzioni europee vengano industrializzate negli USA. Reding ha poi richiamato tre settori su cui puntare, che possono diventare "fiori all'occhiello" dell'industria europea. Innanzi tutto le automobili intelligenti, ambito nel quale la ricerca può permettere di risparmiare energia, rendere il traffico più scorrevole e salvare vite umane. Inoltre, i sistemi di comunicazione al servizio di una popolazione che sta gradualmente invecchiando. "Esistono già oggi sistemi che possono mettere in contatto le persone anziane con un medico, invece di farle andare direttamente in ospedale. Possiamo pensare di abbattere la spesa sanitaria, grazie all'ICT". Infine, l'ambito delle biblioteche digitali: un immenso patrimonio di testi, volumi, filmati a cui solo pochi oggi hanno accesso. Possono diventare alla portata di tutti, grazie alla digitalizzazione. Da ultimo, Reding ha ricordato tre temi destinati ad assumere grande rilievo nel giro di breve tempo. RFID è la sigla che sta per "Radio frequency identification devices", tecnologia che dai laboratori di ricerca si sta spostando a grandi passi alle applicazioni di massa. L' utilizzo è estremamente ampio, e va dall'immagazzinamento di memoria alla logistica, ai servizi al consumatore. Abbatterà i confini tra mondo fisico e mondo digitale. "Stiamo andando verso un''Internet degli oggetti', ha detto Reding. "Questo avrà un fortissimo impatto sia sull'economia sia sulle nostre vite". Un altro elemento che raggiungerà presto un posto di primissimo piano sarà il business della "mobile TV". La mobilità insieme con il nuovo modo di fruire contenuti potranno dare un forte impulso in termini di crescita economica. Già oggi il GSM vale, da solo, un 2% del PIL europeo. La nuova televisione, basata su Internet, si porrà probabilmente come alternativa al tradizionale triangolo radio-televisione-carta stampata. Infine, un aspetto che sta alla base dello sviluppo di qualunque applicazione tecnologica: la sicurezza. Se spam, virus e altre minacce tecnologiche si vanno diffondendo sempre più, è indispensabile un intervento europeo per dare sicurezza al mercato sia business sia privato. |
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