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Si scrive Biblioteca, si legge ecosistema del sapere

, di Andrea Celauro
Chilometri di volumi e un'intera autostrada digitale e integrata al servizio della ricerca. La Biblioteca della Bocconi si racconta, nelle sue strategie e nei suoi tesori, attraverso la voce della direttrice Beatriz Villagrasa e quella dei suoi collaboratori. Tra il lavoro per rispondere alle esigenze di un flusso di 1.600 persone al giorno, alla promozione del sapere nell'ambito della Terza missione dell'Università

"Lasciamo che a parlare siano i libri", si legge entrando nelle sale di lettura della Biblioteca dell'Università Bocconi. Nel suo essere un gentile ma fermo invito al silenzio, però, la frase lascia trasparire anche altro: l'enormità del sapere racchiuso nei 455mila volumi, nei 14mila titoli completi di riviste cartacee, nei 600 metri di documenti antichi custoditi negli archivi, ma anche nelle banche dati, negli ebook e in tutto ciò che oggi è sapere digitale o digitalizzato, come le 98.600 tesi dei laureati Bocconi dal 1906 a oggi. "Anzi", racconta Beatriz Villagrasa, dal 2021 alla guida della Unit Library&Archives, "oggi il digitale, pur rappresentando la metà dei nuovi acquisti, assorbe il 94% della spesa totale". Un dato, quest'ultimo, che racconta bene di cosa sia e di cosa rappresenti una moderna biblioteca scientifica come quella della Bocconi: un'istituzione che non è più solo votata alla conservazione (è nata nel 1903 per volere del primo rettore, Leopoldo Sabbatini), ma che è strumento fondamentale per la didattica e la ricerca.

"Da quando negli ultimi 25 anni la ricerca è diventata sempre più internazionale e competitiva, le biblioteche scientifiche hanno subito una forte trasformazione, anche grazie all'accelerazione digitale dei colossi editoriali", spiega la direttrice Villagrasa. "Sono passate dall'essere luoghi di preservazione del patrimonio, talvolta raro e di pregio, a diventare vere autostrade veloci di grandi quantità di pubblicazioni scientifiche digitali (e nel nostro caso anche di dati finanziari) necessarie per poter rimanere all'interno dell'ambito competitivo dove oggi si gioca la partita internazionale della ricerca e la valutazione delle carriere dei docenti universitari".

E se gli investimenti della Biblioteca si orientano sempre di più verso il digitale – che ha di certo favorito l'accesso alle fonti per la ricerca, ma con un aumento considerevole dei costi, costi che la Biblioteca sta affrontando anche grazie al supporto dei donor dell'Università – il lavoro compiuto negli ultimi due anni sotto la guida della direttrice è stato soprattutto nella direzione del rendere più performante e accessibile il sistema, digitalizzando tutti i processi degli uffici, costruendo una lista unificata delle banche dati e creando 43 libguides (guide bibliografiche a tema). "La digitalizzazione del sapere era già cominciata da tempo", spiega Villagrasa, la cui Unit conta in totale 47 persone, "ciò che mancava erano gli strumenti digitali di orientamento all'accesso all'informazione digitale. Abbiamo creato un'infrastruttura più efficace". Il risultato sono 1,9 milioni di ricerche nei database della Biblioteca compiuti nel solo 2023.

Tornando dalla dimensione digitale a quella fisica, la Biblioteca è anche il luogo dove migliaia di studentesse e studenti, ricercatrici e ricercatori e l'intero corpo docente (per conto del quale, tra le altre cose, mette a disposizione tutti i sillabi utilizzati ogni anno) passano ore a prepararsi. Sono 658 i posti disponibili nelle sale lettura e nelle zone studio, aperte sette giorni su sette, con un transito totale di circa 1.600 utenti giornalieri. Una cosa curiosa? I volumi che ordinatamente affollano le decine di scaffalature delle sale di lettura non sono che il 13% del patrimonio cartaceo della Biblioteca, la gran parte del quale è invece custodito nei depositi interni (45%) e in quello che la Biblioteca ha a Rozzano (42%). Come dire: ciò che vedono ogni giorno studenti e prof è solo la punta dell'iceberg...

Ultimo ma niente affatto ultimo, c'è un altro aspetto chiave che oggi contraddistingue una moderna biblioteca universitaria come quella della Bocconi, un ruolo educativo e di promozione del sapere verso la comunità tutta, non solo prettamente bocconiana: "Partecipiamo attivamente alla terza missione dell'Università attraverso la valorizzazione e l'esposizione dei nostri archivi storici e attraverso il trasferimento alla cittadinanza delle nostre competenze", spiega ancora Beatriz Villagrasa, snocciolando ad esempio i dati sulle visite guidate agli edifici del campus Bocconi e alle opere d'arte di Bocconi Art Gallery, che dall'autunno 2022 hanno portato tra i corridoi dell'Ateneo oltre 2.100 persone in più di 100 tour.

Più in generale, il ruolo di un moderno bibliotecario o archivista oggi va ben oltre quello che immagina chi si approccia ogni giorno ai desk della Biblioteca per informazioni o richieste specifiche: "Ricopriamo un ruolo di forte responsabilità intellettuale, poiché decidiamo, insieme alla faculty, come far crescere le collezioni. E questo fatto determina il pensiero e la visione di un ateneo", conclude la direttrice. "Generiamo cultura e innoviamo quando impostiamo corsi di formazione per l'accesso alle collezioni (nel 2023 sono stati 107 con 1.800 utenti), quando scriviamo o riscriviamo la storia degli edifici Bocconi studiando le fonti primarie qui conservate e decidiamo cosa approfondire e cosa tralasciare. È una grande responsabilità perché utilizziamo l'informazione per potenziare le persone e la comunità, per rafforzare le loro capacità e la loro personalità".

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