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Servono piu' donazioni. E il web risponde

, di Federica Bandini - SDA professor di public management and policy e direttore del Master in Management delle imprese sociali, non profit e cooperative
Il fundraising sarà sempre più rilevante per le non profit. Che impareranno a guardare in direzione dell'impact investment e del crowdfunding
Federica Bandini

Le organizzazioni non profit si trovano oggi a dover affrontare in modo urgente il tema del fundraising, un termine che non racchiude solo il senso della raccolta fondi, ma esprime la possibilità di crescere (to raise) e ottenere un vero vantaggio competitivo. Sono infatti aumentati, sia a livello qualitativo che quantitativo, i bisogni sociali che non trovano risposte nell'intervento pubblico, si sono ridotti i finanziamenti pubblici, sono cresciuti i costi dei programmi di intervento, è aumentata la concorrenza nella raccolta delle risorse e gli strumenti per la fidelizzazione dei donatori risultano complessi da utilizzare per le organizzazioni.

Il tutto in un paese dove le non profit e le imprese sociali hanno numerosi vincoli, tra i quali la mancanza del capitale di rischio e l'impossibilità di ricorrere allo strumento azionario, o ancora la difficoltà di accesso al credito e ai finanziamenti bancari o di società finanziarie. Oltre che una frequente dipendenza dai finanziamenti di tipo pubblico.

Eppure, secondo l'Istituto italiano delle donazioni, queste ultime non stanno calando in maniera drammatica, o almeno non stanno calando con la stessa intensità del Pil. Non perché gli italiani siano particolarmente generosi anche in periodi di difficoltà, ma perché l'80% delle donazioni viene dal 20% della popolazione, ossia da quella fascia benestante che a oggi ha risentito meno della recessione. Le difficoltà, invece, ci sono soprattutto nella raccolta dalle imprese, che rappresenta circa il 10% dell'intero donato (come emerge da una ricerca SDA Bocconi 2011), mentre i donatori fedeli (fidelizzati) continuano a sostenere le associazioni di cui si fidano anche in tempi di crisi.

Ma qual è il profilo dei donatori? La maggior parte è nella fascia d'età fra i 55 e i 75 anni. È principalmente donna, sposata, di solito con figli, con un livello di educazione medio-alto e un livello medio di reddito. Chi però fa le donazioni quantitativamente più sostanziose sono gli uomini, spesso imprenditori e professionisti e dunque con maggiore disponibilità economica.

Riguardo alle tecniche e alle modalità di fundraising, che sono molteplici e subiscono continui aggiornamenti, tra gli strumenti più utilizzati nella raccolta fondi natalizia 2012 primeggiano direct mailing elettronico e cartaceo. Quest'ultimo è ancora considerato dagli intervistati lo strumento più efficace, anche se la raccolta online si sta rapidamente evolvendo (i dati provengono dall'Osservatorio fundraising online 2012). Secondo l'Osservatorio, infatti, gli utenti internet italiani che hanno effettuato una donazione negli ultimi 12 mesi sono 19,9 milioni, significativamente di più dell'anno precedente. Questi 19,9 milioni rappresentano peraltro il 54% del totale degli utenti internet italiani, ciò vuol dire che quasi la metà degli internauti sono donatori. Si tratta di un dato in notevole crescita, nonostante il momento di crisi economica, se si pensa che nel 2011 i donatori rappresentavano il 46% del totale degli utenti internet. Peraltro, è aumentata anche la frequenza delle donazioni online: rispetto al 2011, nel 2012 il 5% in più ha fatto più di una donazione.

Il settore delle non profit deve fare sempre più i conti con il complesso e sfaccettato ma vitale argomento del fundraising, per la propria sopravvivenza e per il proprio sviluppo. Ma se da un lato le organizzazioni lavorano su di sé per essere sempre più professionali e managerializzate, dall'altro rivendicano dalle istituzioni un maggior occhio di riguardo, sia dal punto di vista degli incentivi (il 44% delle organizzazioni chiede la stabilizzazione del 5x1000, mentre il 21% punta su politiche di detassazione), sia di un maggior coinvolgimento nelle politiche di welfare.

Il futuro non potrà che prevedere per le organizzazioni del settore la continua ricerca di fonti alternative e innovative di finanziamento e crescita, tra queste l'impact investment (investimento da parte di società il cui scopo è quello di generare un impatto sociale positivo, oltre che un ritorno finanziario) o le piattaforme di crowdfunding e in questa direzione dovranno andare ricerche e studi di istituzioni accademiche e non.