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Servono mentor per aiutare le startup

, di Emiliano Novelli - laureato in Bocconi nel 2003, imprenditore e presidente dei Giovani imprenditori di Assolombarda
E università, imprese e ricerca devono potenziare le proprie connessioni. Perché creatività e eccellenze territoriali non ci mancano

Via Sarfatti 25 ha chiesto a sette bocconiani cosa c'è di buono e cosa di meno buono nell'Italia che produce. Ecco il punto di vista di Emiliano Novelli

Emiliano Novelli

Negativo: la difficoltà di credito
Le banche non danno credito, in particolare ai giovani imprenditori, soprattutto quando le attività che devono essere finanziate sono di tipo social o più in generale attività sul web.

Negativo: la mancanza di figure che accompagnino le imprese
In Italia esiste un grande fiorire di start up e di progetti che le incentivano. Purtroppo però tali progetti non prevedono quasi mai la figura del 'mentor', un industriale maturo che aiuti il neoimprenditore a muovere i primi passi e a non arrendersi davanti alle difficoltà, soprattutto quelle burocratiche. In questo modo, anche finanziare le neonate imprese serve a poco, perché una volta esaurite le risorse l'azienda non riesce ad andare avanti.

Negativo: il concetto di fallimento
Sia da un punto di vista culturale sia pratico. Negli Usa se una start up fallisce si tratta di qualcuno che ha voluto provarci e che probabilmente ci riproverà avendo fatto tesoro dell'esperienza precedente. In Italia l concetto di fallimento si estende dall'attività alla persona

Negativo: università, impresa e ricerca non si parlano
Non c'è connessione tra università, imprese e ricerca. Esistono moltissimi brevetti fermi nelle università e che potrebbero uscire sul mercato, ma questo non avviene proprio perché manca un collegamento più diretto.

Negativo: le dimensioni delle aziende
Il fatto di avere aziende medio-piccole, in un momento in cui il mercato globale ti obbliga ad internazionalizzarti, è un handicap. Le aziende, per poter affrontare i mercati di paesi molto diversi dal nostro, sono costrette a fare network, ma qui entra in gioco un'altra caratteristica tipica del nostro paese, cioè l'eccessivo individualismo, la mancata condivisione delle idee. Una eccessiva frammentazione non è vincente quando si vuole conquistare il mercato globale.

Positivo: la creatività e la cultura
Abbiamo una creatività unica, che è il frutto di secoli di straordinaria cultura, e che costituisce un vantaggio competitivo che ancora conserviamo. Molti paesi sarebbero pronti a investire ingenti quantità di denaro affinché le nostre aziende si trasferiscano da loro. Dobbiamo invece introdurre strumenti fiscali e normativi per aiutare le aziende a restare.

Positivo: le eccellenze territoriali
Sono poche, ma esistono. Una per tutte è Milano, con le sue aziende e le sue università. Milano rappresenta un territorio forte, un modello che se replicato anche in altre regioni potrebbe fare dell'Italia una vera Silicon Valley europea.