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Responsabilità sociale delle imprese: più voce al non profit

, di Tomaso Eridani
Un convegno del Cergas alimenta il dibattito sulla Corporate Social Responsability


Le imprese sono sempre più spesso chiamate a misurarsi con comportamenti 'socialmente responsabili' rispetto ai quali l'esperienza delle organizzazioni non profit può contribuire significativamente, offrendo modelli e collaborazioni. Eppure il non profit è spesso tagliato fuori dal dibattito attuale sulla Corporate Social Responsibility e il convegno organizzato dal Network delle Aziende Non Profit del Centro di ricerche sulla Gestione dell'assistenza sanitaria e sociale (CERGAS) dell'Università Bocconi, svoltosi a metà maggio, ha voluto proporre proprio una riflessione spostata sul punto di vista del non profit e del suo contributo.

"Spetta a noi come università fare prevalere una riflessione approfondita sul tema della responsabilità sociale - un tema in cui il ruolo del Terzo Settore è stato troppo sottovalutato," ha detto Elio Borgonovi, direttore del Cergas, nell'introdurre il convegno 'La responsabilità sociale dell'impresa: il punto di osservazione del non profit'.

I relatori al convegno si sono susseguiti nell'illustrare delle linee guide per il profit e non profit per aiutarsi reciprocamente in una più proficua collaborazione mirata a produrre maggior valore sociale ed economico per tutti. Per offrire il massimo contributo, secondo Borgonovi, le imprese non profit dovrebbero evitare quella frammentazione che, su certi temi, vede troppi enti coinvolti, producendo una competizione dispersiva di risorse ed energie. Dovrebbero, inoltre, aumentare il coordinamento e la collaborazione fra di loro, per creare sinergie fra le varie fondazioni, associazioni ed enti, e aumentare la quota dei propri fondi destinati al fine dell'associazione, rispetto a quella destinata al proprio funzionamento.

Francesco Manfredi, docente dell'area Pubblica Amministrazione della SDA Bocconi, ha caldeggiato l'incontro fra profit e non profit: "Le imprese non devono delegare la responsabilità sociale al non profit ma co-progettare e co-innovare". L'importante, secondo Manfredi, è che per le imprese queste siano partnership strategiche e strutturate, e non operazioni 'mordi e fuggi', e che entrambe le parti tutelino la propria identità: la creazione di valore economico per l'impresa, la creazione di valore sociale per il non profit. Per entrambe, infine, nel creare una efficace partnership serve il forte coinvolgimento del management e delle risorse umane, una scelta 'forte' di partner e di cause e un'attività di progettazione e comunicazione.

Una vivace partnership è stata auspicata anche da Edo Patriarca, portavoce del Forum Terzo Settore. "Il Terzo Settore deve aumentare la sua partecipazione al dibattito sulla responsabilità sociale, pena l'emarginazione dal dibattito," ha ammonito. Secondo Patriarca, le sfide per il settore sono non dare per scontato l'essere socialmente responsabili ma accettare la riflessione sul tema e accettare il confronto con il settore profit per dare vita ad un incontro proficuo e vicendevole in cui, per esempio, il profit può insegnare la gestione economica e il non profit può offrire la sua esperienza di presenza nel sociale. Per gli enti non profit, essere socialmente responsabili significa dotarsi di un codice etico, essere trasparenti, investire nella formazione di dirigenti per rispondere all'incremento di domanda per beni e servizi non profit e, infine, fare convergere il bilancio economico, sociale e ambientale.

Il contributo più significativo che il non profit può offrire, secondo Giuseppe Ambrosio, direttore di Vita Comunicazione, è quello di aiutare le imprese a spostarsi da una logica di breve periodo a una di lungo periodo e dunque strategica e non tattica. Per non essere deficitario nel rapporto con il profit, il non profit deve però implementare una logica progettuale, redigere un regolamento per il rapporto con le imprese, definire un'attività di comunicazione e ripensare la propria organizzazione per presidiare il rapporto con le imprese. Sotto l'aspetto strategico, le non profit non devono accavallarsi sulle stesse imprese e dovrebbero verificare a 360 gradi tutte le opportunità di collaborazione (e non cercare solo sostegno economico). Il decalogo per le imprese non profit per migliorare i rapporti con il profit illustrato da Ambrosio prevede anche la fornitura di strumenti di monitoraggio e valorizzazione sociale dell'apporto dell'impresa.

Secondo Alessandro Beda, vice presidente di Sodalitas, il contributo del non profit si può identificare in un ruolo di ponte. La responsabilità sociale è l'evoluzione della cultura d'impresa e, ora che la società ha maggiori aspettative, l'impresa non deve più rispondere solo ai shareholder ma a tutti i suoi stakeholder. Ed è in questo passaggio, secondo Beda, che il non profit può essere particolarmente attivo - mediando tra le imprese e le aspettative dei vari stakeholders (dipendenti, consumatori, clienti, associazioni).

Nel suo intervento Anna Venturino, segretario generale Fondazione UMANA MENTE, ha illustrato le varie responsabilità di un ente non profit. Verso il socio fondatore (nel caso di UMANA MENTE è Ras), c'è la necessità di essere coerenti con la mission, di allocare in modo ottimale le risorse e di verificare i risultati. La responsabilità sociale nei confronti degli utenti comporta l'impiego responsabile delle risorse e la scelta di progetti meritevoli, mentre verso gli enti comporta la valutazione equa dei progetti, l'assunzione di responsabilità equa e il monitoraggio e confronto costruttivo. Infine, verso il non profit, ci deve essere l'impegno a verificare il modello di intervento e a mettere in rete gli enti e, verso le imprese, quello di coinvolgere anche le piccole e medie aziende.

Per il non profit è anche fondamentale la scelta di un'impresa partner e Niccolò Contucci, direttore organizzativo Telethon, ha illustrato le sue linee guida nella scelta di un partner socialmente responsabile. "Prima si sceglieva per opportunità economiche, ora ci sono più criteri di correttezza, trasparenza e compatibilità nella causa," ha spiegato. Telethon utilizza un comitato interno che valuta le collaborazioni utilizzando anche le analisi di consulenti di rating di responsabilità sociale. "I criteri positivi sono l'esistenza di valori, codici e programmi di responsabilità sociale, la trasparenza nella governance e l'attenzione verso i diritti dei consumatori, del personale e dell'impatto ambientale."



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