Quando Tolstoj e Flaubert insegnano il diritto
"Leggere molto e scegliere letture di qualità è il modo migliore per imparare a scrivere e a esprimere il proprio pensiero con chiarezza". Il consiglio di Giovanni Iudica a chi si avvicina allo studio del diritto civile è generico, ma utilissimo allo stesso tempo. E, soprattutto, riflette bene la sua duplice anima di docente e scrittore. Parallelamente alla manualistica più tecnica, dunque, sotto con i classici: "Tolstoj e Flaubert, per cominciare. Anna Karenina e l'Educazione sentimentale (che è uno dei racconti più memorabili dello scrittore francese) sono due ottimi esempi".
Altro "romanzo perfetto" è L'isola del tesoro, di Robert Louis Stevenson, "che è un libro trasversale e può essere letto a ogni età, ricavandone di volta in volta elementi diversi. Mette bene in mostra l'eterno dualismo tra la parte buona e quella cattiva dell'essere umano e quella 'doppiezza' dello stesso Stevenson che è presente in molte altre sue opere".
Stringendo poi il cerchio, Iudica consiglia di non lasciarsi scappare la Prima lezione di diritto di Paolo Grossi, ordinario di diritto medievale e moderno a Firenze, che introduce il lettore ai segreti del diritto occidentale. "Partendo da un esempio concreto, quello della coda al cinema, con il taglio del grandissimo storico Grossi è in grado di spiegare molto chiaramente cos'è il diritto". In particolare, che prima ancora di essere tecnica, la legge è un'esperienza culturale, un modo insostituibile di leggere e organizzare la società. Ma il diritto "non è una tegola che cade dall'alto", come spiega Grossi, bensì il frutto di una mediazione tra i soggetti che oppone le regole all'arbitrio e un ordine concreto al conflitto.